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martedì 8 novembre 2016



Al di là di ogni ragionevole dubbio





Con la partecipazione alla stesura di questo libro si concretizza il lavoro pluriennale di ricostruzione storica fatto da questo blog, a cui si aggiunge un quasi altrettanto lungo lavoro d'inchiesta del regista paolo Cochi e di archiviazione delle fonti dello scrittore Francesco Cappelletti. 
A distanza di quasi  cinquant'anni dall'inizio di questa incredibile storia, esiste ancora oggi l'esigenza di trovare una soluzione soddisfacente che possa davvero rappresentare il principio "dell'oltre ogni ragionevole dubbio"?  Per tentare di rispondere a questa domanda i tre autori hanno cercato di mettere insieme tutti i pezzi del puzzle alla luce delle nuove valutazioni tecnico scientifiche, arrivando ad una conclusione piuttosto netta.
Il libro ripercorre la vicenda attraverso un rigoroso e dettagliato riassunto documentale  dei fatti, accompagnando il lettore fino ad una vera e propria esegesi della testimonianze di Giancarlo Lotti nel processo del 1997, testimonianza su cui si fonda la verità giudiziaria dei delitti del mostro di Firenze. Grazie alle rinnovate evidenze scientifiche e attraverso l'attenta valutazione dei riscontri la testimonianza viene analizzata punto per punto svelando in modo chiaro quegli elementi critici difficilmente superabili e che ne inficiano pesantemente la validità. 





Edito da Runa Editrice


Il libro è disponibile presso:








sabato 27 giugno 2015

Ultima fermata: Scopeti






La Nazione, a meta' maggio, pubblica a firma Cecchi l'articolo sopra riportato, dove, sulla scorta dell'esito di un novo reportage del regista Paolo Cochi, si pone fortemente in dubbio la veridicita' della confessione di Giancarlo Lotti e si rimette in discussione la verita' storica che da quella confessione discenderebbe.
L'autore del reportage ripropone a 5 professionisti, tra cui tre specialisti di entomologia forense, il materiale già usato nel 2002 dal professore Introna per un analoga valutazione , integrandolo pero' questa volta con  quello inerente l'autopsia sulla vittima maschile che il professor Introna non aveva potuto prendere in considerazione, e ne ricava un parere netto di incompatibilita' dei dati con l'attribuzione dell'omicidio alla data della Domenica, ovvero tra l'8 e il 9 settembre 1985.
Per capire il significato e l'eventuale portata di tale risultato dobbiamo fare un breve passo indietro.

Il duplice omicidio del settembre 1985, l'ultimo del cosi' detto mostro di Firenze, ha rappresentato sin dalla meta' degli anni '90 un nodo fondamentale delle vicende giudiziarie che caratterizzano questa triste storia, soprattutto perche' e' in questo che si concentra la prova testimoniale che ha prodotto le sentenze a carico di Lotti e Vanni, in particolare quella formatasi anche dalle dichiarazioni del secondo testimone oculare che Lotti avrebbe portato con se quella sera perche', testuali parole riferite al processo:"... perche' lui 'un ci credeva..."
La relazione consegnata dai medici legali di Careggi, guidati dal professor Maurri, trasse allora la conclusione che il delitto dovesse essere collocato nella notte tra la Domenica e il Lunedi', nettamente prima della mezzanotte. Questa conclusione ebbe come base d'appoggio l'aver dato preminenza al dato tanatocronologico  desumibile dalla vittima maschile, subordinando quasi completamente il dato sulla vittima femminile a quello, e questo perchè le condizioni in cui quel cadavere avrebbe versato fino al rinvenimento sarebbero state eccezionali essendo rimasto all'interno di una tenda chiusa sotto il sole battente. Quella valutazione, ancora nel 1985, non era  comunque condivisa dall'altro consulente della Procura che guidava il team di medici legali e criminologi impegnati a ricostruire i delitti per fornire un profilo del tipo d'autore. Il professor De Fazio, infatti, nel proprio elaborato  indicava senza indugi la data di sabato 7 Settembre come quella in cui si doveva collocare il delitto, introducendo un contrasto netto che all'epoca nessuno ebbe la necessita' di risolvere.   E cosi'  quella datazione e' rimasta cristallizzata nel tempo senza che qualcun'altro provasse a confutarla, almeno fino a quando le conclusioni del professor Maurri non sono diventate a posteriori confermative delle dichiarazioni dei due testimoni Pucci e Lotti , per i quali il delitto avrebbe davvero avuto luogo alle 23:00 della Domenica 8 Settembre

Del resto, il contrasto tra due valutazioni opposte, ma entrambe autorevoli, finisce solo per  indicare mancanza di certezza, ed in mancanza di certezza assoluta non c'e'  possibilita' nel processo nostrano di contraddire un reo confesso (Lotti) riscontrato da un supposto testimone oculare (Pucci). 
La novita' di questo lavoro sta proprio qui, nello spostare l'ago della bilancia se non  verso la certezza almeno verso quello del dubbio ragionevole, rendendo giustizia forse piu' che alla vecchia valutazione dei periti modenesi a quella rinnovata del professor Introna, chiamato nel 2002 ad esprimere un parere sul materiale acquisito dai giornalisti Spezi e Rinaldi che fu poi utilizzata dall'avvocato Flasto' e dal collega Marazzita per chiedere senza successo una  revisione del processo che aveva visto condannato in via definitiva il loro assistito
Oggi ben difficilmente questo ulteriore passo puo' avere ripercussioni sul giudicato, ma certamente ne può averesulla narrazione storica dei fatti. Vediamo quindi cosa hanno detto, uno ad uno, gli esperti interpellati da Paolo Cochi.



Il professor Campobasso, anatomo patologo dell'omonima universita molisana ed esperto di entomologia forense, alla domanda se sia davvero necessario retrodatare il delitto al Sabato, se non addirittura al Venerdi, risponde :"ritengo proprio di si,  che sia il periodo piu' congruo non solo con le modificazioni post mortali espresse dai cadaveri ,ma anche e soprattutto con la fase di sviluppo delle larve visibili in vari distretti del cadavere femminile , fase  che appare del tutto incompatibile con le 16\18 ore attribuite dai CTU"
La professoressa Lambiase, entomologa forense dell'università di Pavia, alla domanda se si possa datare l'omicidio alla Domenica sera risponde:"...quindi con un ovodeposizione il lunedi' mattina giorno del rinvenimento? Assolutamente no, non c'e' il tempo materiale perche' si compia l'embriogenesi."
Il dottor Stefano Vanin, ricercatore dell’Università di Huddersflield nel Regno Unito, e' altrettanto esplicito:"Dal materiale iconografico sicuramente si puo' scartare una colonizzazione avvenuta il Lunedi' mattina,  ma sicuramente va collocata perlomeno nel giorno precedente e pertanto le vittme la domenica dovevano essere gia' morte"
Il dottor Osculati, anatomopatologo anche lui dell'universita di Pavia, sul  dato tanatologico desumibile anche dai verbali d'autopsia oltre che dalle foto, pone poi come piu' probabile addirittura la data del Venerdi', e sceive;
Possiamo ipotizzare, alla luce di tutti i dati a nostra disposizione, un intervallo tra decesso dei due giovani e primo sopralluogo (ricordiamo, avvenuto alle 17 del 9 settembre 1985) stimabile in circa due giorni e mezzo. In particolare, a nostro avviso l’omicidio è avvenuto nella notte fra il 6 e il 7 settembre 1985”.
“Possiamo escludere pressoché con certezza che il decesso sia avvenuto la sera precedente il primo sopralluogo (ossia domenica 8 settembre 1985). Possiamo affermarlo sulla base dei fenomeni trasformativi presenti al momento del primo sopralluogo (ore 17 di lunedì 9 settembre 1985): enfisema, reticolo venoso putrefattivo ed epidermolisi, per quanto il clima fosse caldo, suggeriscono che non possono essere trascorse meno di ventiquattro ore. Inoltre, sebbene il rigor fosse presente al momento del sopralluogo, la sua risoluzione completa il giorno seguente (martedì 10 settembre 1985) suggerisce che il decesso sia avvenuto nel terzo giorno precedente l’autopsia”.

Ultimo, ma non ultimo, il dottor Marello, dello stesso istituto di Careggi dove fu coautore di diverse autopsie inerenti gli altri delitti del mostro, e cioè quelli del 1974 e del 1984, e che assistette anche all'autopsia dell'85, seppure, come lui stesso dice,  "molto lateralmente", 
Ricorda il professor Marello, proprio quella differenza di vedute che era emersa nell'immediatezza della valutazione e la perplessita' del professor De Fazio, presente all'autopsia, che ancora oggi lui stesso condivide ritenendo la data della Domenica incompatibile non solo con le condizioni del cadavere femminile, ma anche con quelle del cadavere maschile mostrato nelle foto del Martedi' mattina.

Difficile fraintendere valutazioni di questo genere, che quindi non riguardano solo l'aspetto entomologico forense ma anche quello di tanatologia classica. Prima pero' di proseguire e' forse il caso di approfondire cosa realmente si sta dicendo quando si parla di dato entomologico, e cosa si puo' dire e cosa no dell'applicazione al caso in oggetto. se volete passare oltre Cliccate qui



Il Metodo


Rintuzzando il detto: "polvere alla polvere", potremmo dire che e' pero'  quello che sta in mezzo a contare, ed in mezzo, subito dopo la parte divertente e subito prima di diventare letteralmente polvere , c'e' anche la rapida consunzione delle spoglie mortali, o se preferite delle spoglie punto. Al momento della morte, a prendere il sopravvento sono i batteri che ancora quando siamo in vita popolano in massa il nostro corpo, arrivando ad essere piu' numerosi delle nostre stesse cellule. E' a questa spoliazione che si deve il ben poco dignitoso fenomeno della putrefazione, fenomeno non altrettanto inviso a tutta una cornucopia di insetti ed altri animali spazzini, per i quali i cadaveri sono fonte di nutrimento. Tra gli insetti compaiono, quali necrofagi, varie famiglie di ditteri, di collemboli e coleotteri, nonche' le formiche, che pero', piu' che necrofaghe (tranne qualche rara specie), sono predatrici di larve e uova deposte sul cadavere dagli altri taxa, tanto che sono addirittura indicate come un elemento che rallenta la spoliazione del cadavere ( M.Early M.L. Golf, Arthropod succession patterns...Med. Entomol. 23 (1986) 520-531)


Dell'ordine dei Ditteri sono soprattutto due famiglie ad interessare la pratica forense, ovverosia quella dei Sarcophagidae e quella dei Calliphoridae, che colonizzano i cadaveri rapidamente, costituendo la prima ondata della microfauna spoliatrice. Tra le Callifore, le specie piu' rappresentate alle nostre latitudini sono, ad esempio, Calliphora vicina, Lucilla e Chrysomya albiceps,  che tendenzialmente arrivano per prime seguite eventualmente poi dalle Sarcofaghe ( F.Introna CP Campobasso Entomologia Forense...SMB 1998)
Le Callifore raggiungono rapidamente il cadavere per iniziare la ovodeposizione anche a poche decine di minuti dalla morte, compatibilmente con il loro stato di attivita'. Ad inibire lo stato di attivita di questi insetti ci sono: la mancanza di luce, vento forte , pioggia e temperature inferiori ai 12°C o superiori ai 30°C (P.Nuorteva Ann.Entomol. Fenn. 25 (1959) 121-125), condizioni che quindi determino un ritardo nella colonizzazione. La deposizione delle uova avviene in cluster, preferenzialmente nei distretti del cadavere che espongono mucosa, orifizi e siti saniosi in genere, come ferite aperte e piaghe. La presenza di sangue e' un forte effettore della deposizione, e se il cadavere rimane a contatto con svasi ematici, i siti di deposizione iniziale si moltiplicano, tanto che si sono osservate persino deposizioni su pozze di sangue isolate gia' parzialmente absorbite al terreno. L'irradiazione diretta della luce solare, invece, inibisce la deposizione, in quanto l'esposizione diretta al sole, soprattutto nei periodi estivi, danneggia le uova disidratandole fino al disseccamento,

Non appena il cadavere e' disponibile all'ambiente, le femmine  gia' gravide  depongono le uova abbandonandole al loro destino, mentre i maschi raggiungono il sito per accoppiarsi vista la grande concentrazone di femmine. Trascorso un certo numero di ore, le uova schiudono facendo emergere piccole larve in primo stadio di sviluppo (I INSTAR), grandi circa un paio di millimetri. Le larve si concentrano in masse, accrescendosi fino al secondo stadio di sviluppo (II INSTAR) e raggiungendo i 7\8 mm di lunghezza. Passato un ulteriore intervallo di tempo, si giunge infine al terzo stadio di sviluppo (III INSTAR), caratterizzato da una prima fase ad alta capacita' spoliativa, che porta gli individui immaturi ad accrescersi fino a raggiungere 16\18 mm e oltre, e da una seconda fase in cui avviene l'interruzione della nutrizione e l'inizio della migrazione. A questo stadio le larve migrano lontano dal cadavere (addirittura 50 mt in un caso) per trovare un luogo idoneo alla pupazione, dalla quale, dopo giorni o settimane, emergera' l'individuo adulto pronto allo sfarfallamento.






Fabrice Lefebvre & Emmanuel Gaudry (2009) Forensic entomology: a new hypothesis for the
chronological succession pattern of necrophagous insect on human corpses, Annales de la Société entomologique de
France (N.S.): International Journal of Entomology, 45:3, 377-392,



Il ciclo vitale dei Sarcophagidae differisce fondamentalmente per la mancanza di ovodeposizione. Le femmine infatti  depongono sul cadavere direttamente larve in I INSTAR. Rispetto alle Callifore, le Sarcofaghe le si ritrova in un minore numero di casi tra la microfauna cadaverica, e giusto a scopo indicativo si puo' avere un idea delle frequenze rispettive guardando la tabella sovrastante, tratta da un lavoro di Fabrice Lefebvre & Emmanuel Gaudry pubblicato sull'International Journal of Entomology. (riferito ovviamente ad areali diversi da quello del nostro caso)
L'oggetto dell'entomologia forense consiste nel caratterizzare i cicli vitali di questi insetti, per prevedere, tenendo conto delle variabili ambientali, il tempo di permanenza degli individui in ciascuna delle fasi immature, in modo tale da applicare le previsioni ai casi reali, ovverosia partendo da cio' che si rinviene al momento della scoperta del cadavere.
Cosicche' l'entomologo forense, osservando lo stadio di sviluppo nello specifico, puo' stabilire a quanto tempo dal sopralluogo sono state deposte le prime uova. L'analisi necessita della raccolta sul cadavere di un congruo numero di larve e uova  che poi vengono lasciate sviluppare nelle opportune condizioni ambientali,  in modo da verificare il tempo necessario al completamento del ciclo per ogni campione e  da ricostruire a ritroso la tempistica della colonizzazione. 
Il lavoro e' reso complesso dalle numerose variabili, sia interspecie che tra individuo ed individuo, nonche' da quelle ambientali come temperatura ed umidita' (ma concorrono anche il tipo di substrato nutrizionale e il ritmo circadiano). La tabella sottostante e' tratta da quella pietra miliare che e' il lavoro di Kamal del '58, e per ogni fase di ogni specie, tra parentesi, si puo' apprezzare l'ampia finestra di variabilita', a parametri ambientali costanti, indotta dalle differenze individuali. Sul cadavere, infatti, si troveranno larve provenienti da piu' cluster di uova, ciascuno dei quali deposto da una singola femmina con le proprie caratteristiche genetiche e tempi di schiusa variabili. Il valore fuori parentesi e' la moda per l'intera popolazione per ciascuna fase, ovverosia la frequenza dell'intervallo temporale di permanenza in una determinata fase presentato dal maggior numero d'individui. Ad esempio: se su cento uova 10 schiudono a 20 ore, 20 schiudono a 10 ore e 70 a 15 ore, la moda sara' 15 ore. Se ho un numero consistente di individui in una determinata fase, la moda e' una rappresentazione realistica dell'intervallo di passaggio da fase a fase.
Prendendo invece un singolo cluster di uova, cioe' deposto da una singola femmina, la variabilita' e' ridotta e come esempio indicativo si puo' guardare la seconda tabella da cui, sempre ad esempio, si vede che a 18 ore tutte le uova sono schiuse e tutta la popolazione monocluster e' in INSTAR I. Tra le 24 e le 30 ore si ha il passaggio completo ad INSTAR II di tutti gli individui e cosi' via. Questi passaggi non sono perfettamente sincronizzati , cioe' non avviene che al inuto X tutte le larve INSTAR I diventano INSTAR II, ma c'e' una distribuzione graduale che nell'esempio si completa in qualche ora, ma che anche si restringe .all'aumentare della temperatura.



Kamal: Biology of Calliphoridae and Sarcophagidae 1958


L'esempio

Sempre  a puro scopo esemplificativo: se nel nostro caso avessimo una temperatura media di 27 gradi e avessimo deposizione multipla di uova di C,vicina, potremmo aspettarci che qualche uovo schiuda dopo 20 ore, la maggior parte depo circa 24 ore e la totalita' entro 28 ore. Quindi, trovando un congruo numero di larve in primo INSTAR potremmo concludere che il valore modale e' una stima valida del tempo di deposizione, al quale, per calcolare quando davvero e' avvenuta la deposizione, dovremmo aggiungere il tempo X, ignoto, in cui le larve in primo INSTAR gia' si trovavano al momento del sopralluogo. Per calcolare il tempo X bisognera' quindi lasciar maturare le larve per vedere quanto tempo ancora impiegano per passare alle fasi successive. Ovviamente tutto cio' ci dice quando e' avvenuta la ovodeposizione, non la morte della vittima. Se la morte e' avvenuta quando l'attivita' dei ditteri era in atto, allora i due dati tenderanno a coicncidere, ma se ad esempio, come nel nostro caso, la morte e' avvenuta in ore notturne, ovvero al buio, il dato sull'ovodeposizione non ci fornira' alcun supporto per stabilire se il fatto e' avvenuto alle 23 piuttosto che alle 4:00 del mattino.





La temperatura e' certamente il parametro piu' rilevante per definire i tempi minimi di passaggio tra le fasi di sviluppo e il completamento del ciclo vitale in genere, ed infatti la gran mole di studi del settore si concentra non solo sulla caratterizzazione delle varie specie ma anche sull'uso di temperature a valori differenti. Per avere un idea di massima di quanto possa influire la temperatura, si riportano di seguito un paio d'esemp: uno per Calliforidi (P.Terranovae) e uno per Sarcofagidi ( L. agryostoma)




M. Grassberger, C. Reiter / Forensic Science International 128 (2002) 177–182






Martin Grassberger,1,2 M.D., M.Sc. and Christian Reiter J Forensic Sci, Nov. 2002


Come si vede il ciclo completo puo' subire rilevantissime contrazioni temporali con l'ascesa delle temperature, soprattutto per la fase di pupazione. A seguire una tavola che mostra gli effetti della temperatura estrapolati nella comparazione tra lavori di vari autori.






E' interessante notare che comunque non compaiono mai, neppure a temperature di incubazioniecostanti di 35°C , tempi di passaggio di fase inferiori alle 7(ma a 40°C)\9 ore, che sembrano rappresentare un limite di progetto per cosi' dire.
Rimanendo sempre nell'ambito dell'esempio indicativo, nel caso che ci interessa, nell'ipotesi di avere a che fare con una sarcofaga che ha il vantaggio di non deporre uova, anche a 35°C costanti,  il tempo minimo per vedere comparire larve in II INSTAR e' di 12 ore, nel caso di una Calllifora mai meno di 7+10= 17 ore..

Se poi proviamo a fare un esempio piu' realistico, dobbiamo tenere da conto le temperature medie reali. Per esempio, tra il 7 e l'8 Settembre 1985 le temperature erano le seguenti:


                        


Prendendo il caso di C.Vicina e Lucilla (Phaenicia) Sericata, che  come visto prima sono tra le specie piu' rappresentative alle nostre latitudini, ad una temperatura media di 23.3  °C, pari a quella del giorno 8 Settembre, possiamo vedere dalle seguenti tabelle che per arrivare ad un INSTAR I sono necessarie almeno 21 ore, e che per un INSTAR II bisogna aspettare almeno 45 ore dalla deposizione. Ovviamente cio' e' solo indicativo, seppur rilevato da un lavoro importante come quello di Anderson, ed e' per questo che per trarre delle conclusioni ci sono gli entomologi e gli entomologi forensi!






Anderson J Forensic science 2000




Pertanto vediamo, ora che abbiamo un minimo di cognizione dell'argomento, cosa disse l'entomologo forense nel 2002...

INTRONA:


L’esame delle foto effettuate in sede di sopralluogo rivela:
  • presenza di intensa attivita’ di larve di ditteri in I fase di sviluppo 
  • presenza di larve di ditteri in III instar 
  • presenza di larve ditteri in III e I stadio di sviluppo a livello del fianco destro 
  • presenza di larve di ditteri in III stadio di sviluppo a livello della mutilazione pubica 
  • presenza di dermestidi (coleotteri) a livello della amputazione pubica 
Quindi larve addirittura in terza fase e addirittura Dermastidi, che in genere colonizzano il cadavere ben dopo i ditteri.


L’esame della foto effettuata in sede di autopsia rileva
Presenza di larve di ditteri in III instar a livello del volto 
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E’ possibile inoltre rilevare i segni di una intensa attivita’ spolatrice tipica dei ditteri in I stadio a livello del volto e della amputazione pubica (aree nerastre)

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Il cadavere alle ore 17 del 9 settembre era gia’ in fase enfisematosa colorativa, con iniziale delaminazione cutanea, assenza di rigidita’ cadaverica , iniziale presenza di reticolo venoso putrefattivo.

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Le uova dei calliphoridi impiegano un tempo variabile per schiudersi orientativamente compreso fra18 e 24 ore per temperature oscillanti sui 27 °C.
Alcuni autori in piena estate ed in condizioni particolarmente favorevoli hanno descritto una schiusa in 9-11 ore. E’ il minimo descritto in letteratura.

Ovviamente, quindi, il prof. Introna non fa una perizia entomologica ( e come potrebbe, 17 anni dopo, raccogliere le larve dal cadavere!!)  ne soprattutto fa una rivalutazione delle conclusioni di una precedente perizia entomologica, visto che tale perizia non esiste. La sua, come quella dei periti odierni, e' una valutazione nuova ad excludendum, sicuramente su dati parziali, ma sufficenti per concludere che si debba escludere quantomeno la colonizzazione al Lunedi mattina

Nel caso in esame, anche volendo forzare la mano e supporre che i primi a deporre furono i sarcofagidi (larvipari – evento estremamente difficile a realizzarsi ) per riuscire a raggiungere un III stadio di sviluppo, cosi’ come chiaramente rilevabile dalle foto B e D, la deposizione delle larve non poteva che essersi verificata come limite minimo 25 ore prima delle ore 17 del 9. settembre

E dopo altri 13 anni sembra proprio che continui ad essere cosi'. A questo punto ci si potrebbe domandare se queste condizioni estreme createsi nella tenda, tanto da alterare in modo cosi' dammatico la progressione della putrefazione  come dicono i periti dell'85, non possano rappresentare anche per il calcolo entomologico un poblema rilevante. Cominciamo col dire che per i periti odierni questa alterazione drammatica della putrefazione non sarebbe riscontrabile dalla comparazione dei corpi ripresi nelle foto del Martedi' mattina, foto scattate alle 11 del 10 Settembre come si evince dal seguente verbale:






Lo dice esplicitamente il professor Campobasso e lo scrive addirittura il dottor Osculati;"Al tavolo anatomico, il giorno dopo il ritrovamento, dove è disponibile iconografia relativa anche al cadavere dell’uomo, possiamo apprezzare come i fenomeni trasformativi non abbiano grosse differenze tra l’uomo e la donna. Da ciò si può desumere che la permanenza all’interno della tenda non abbia modificato in maniera sensibile l’andamento dei fenomeni post mortali."


Eppure, anche il buon senso dovrebbe indurci a ritenere una tenda chiusa, che rimane sotto il sole battente per un intera giornata, un habitat decisamente ostile alla conservazione di un cadavere, ammesso pero' che le cose stiano davvero cosi',
La tenda, intanto, era davvero chiusa? Non proprio, e questo non solo perche' altrimenti nessuna mosca avrebbbe potuto entrarvi, ma perche' e' noto che sul retro vi fosse un ampio squarcio largo 40 cm! Non solo, ma leggendo il verbale di sopralluogo si apprende che anche la cerniera anteriore era aperta Una pervieta' controlaterale che ha quindi almeno evitato l'accumulo di condensa e permesso un certo ricircolo d'aria.




Ma se la tenda fosse comunque rimasta sotto il sole per tutto il giorno, aperta o chiusa non cambierebbe poi molto. A sentire il dottor Marello in realta' questo non si sarebbe davvero verificato, e sebbene lui non presenzio' al sopralluogo, e' possibile riscontrare in modo "documentale" almeno parzialmente quello che dice, visto che sono disponibili su internet alcune foto di quel sopralluogo,
Noi sappiamo che i rilievi iniziarono alle 15 del 9 Settembre e che si smantello' la tenda intorno alle 17, quando poi si comincio' a fotografare il cadavere della vittima femminile. Quindi le foto seguenti, che mostrano le fasi iniziali dei rilievi, furono fatte presumibilmente tra le 15\15:30 e le 17 del Lunedi' 9 Settembre











Che queste foto siano del pomeriggio e' ovvio, ma basta dare un occhiata alla direzione delle ombre per verificarlo, tanto che se ci fosse un oggetto di altezza nota di cui potessimo calcolare la lunghezza dell'ombra, potremmo persino conoscere l'orario dello scatto, Che in queste foto poi le ombre siano dirette a nord est lo ricaviamo dalla seguente piantina georeferenziata:




La tenda e' sempre abbondantemente all'ombra e non e' plausibile che non lo fosse anche un bel po' di tempo prima degli scatti, Ipotizzando per queste foto un orario tra le 16 e le 16;30, e' deducibile che almeno dalle 16 la tenda fosse all'ombra e forse anche da prima. Non solo, ma nella terza foto, in ora ormai prossima al crepuscolo, gia' si nota qualcuno indossare un giacchetto

E dalla mattina fino alle 15? Ci viene in aiuto l'integrazione del sopralluogo effettuata tra le 10 e le 12:30 del giorno dopo.,,









Durante questo secondo sopralluogo vennero da prima cercati i proiettili e soprattutto i bossoli, financo con il metal detector. Nella seconda foto, si vede un carabiniere usare lo strumento sotto il sole presumibilmente delle 11 circa, ma la tenda e' , seppure al limitare dell'ombreggiatura, ancora in ombra Giusto l'angolo anteriore destro e' al sole...


Successivamente, a  sopralluogo avanzato, il professor De Fazio fece rimontare la tenda per fare alcune misurazioni\valutazioni:le foto che seguono, fatte quindi intorno alle 12, non hanno bisogno di commenti per quanto riguarda l'ombra...








qui si smonta la tenda a fine sopralluogo




La tenda e' sempre in ombra, ed e' lecito ipotizzare che lo sia stata ancora un po' dopo le 12:30. Quindi, se davvero questa maledetta tenda e' stata sotto il sole battente, e  lo e' stata di sicuro almeno  quando il sole scavallava da est a ovest, cio' si e' verificato per non piu' di tre ore e giusto perche' non ci sono foto per verificarlo tra le 13 e le 15 (una in realta' ci sarebbe, e quindi dovrebbe dimostrare che quantomeno all'inizio del sopralluogo la tenda era al sole)





Quali sono state dunque le condizioni in cui ha versato il cadavere femminile dall'alba del 9 Settembre? Per il 9\9\85 sono disponibili solo le temperature alle ore 9:00 (21°C), ore 15;00 (30°C) e ore 20:00 (25°C) , ma integrando dalle 8 alle 17 la temperatura con i valori di una data analoga di settembre del 2011, con media giornaliera, min e max corrispondenti a quelle di allora, e con temperatura analoghe nei tre campioni noti, si puo' calcolare una temperatura media di 26,3° C (su un intervallo 8-17)
Ipotizzando anche tre ore a 40 gradi per il sole battente, si arriva a circa 29 gradi. Volendo anche omettere che un orario realistico per la prima deposizione, dopo tutta una notte di inattivita' degli insetti, sarebbe intorno alle 9\10 del mattino, e immaginando che sia avvenuta addirittura alle 8, e anche volendo degradare le larve III INSTAR a larve II INSTAR perche' le foto potrebbero nascondere immaginifici distorsioni focali degli obiettivi di ripresa o quello che vi pare e piace, come fanno ad esserci, alle 17\17:30, larve a quello stadio di sviluppo se il minimo (irrealistico)  e', anche a temperature superiori ai 30 gradi, 16 ore per le callifore e 10\12 ore per i sarcofagidi? 






dalle 6;20 alle 15:20 ovvero 8:20 alle 17:20 UTC+2 26.1 all'ombra 
con la tenda al sole per 3 ore a 39 gradi  28,4 
media giornaliera 23.5


Allora, sintetizzando, a chi scrive pare evidente che si possa dire quanto segue:
Premesso che il materiale iconografico permette di evidenziare le dimensioni delle larve a tal punto da consentire di valutarne un determinato stadio di sviluppo (INSTAR), premesso che non esistono stadi primo INSTAR di una qualunque specie di dittero sovrapponibili allo stadio secondo INSTAR di una qualunque altra specie, premesso infine che le fotografie del sopralluogo sono state scattate alle 17:30 del 9 settembre 1985, e nonostante che non sia possibile determinare la specie a cui appartengono dette larve pur essendo certamente di ditteri (cadaverici), consegue che, se le premesse sono corrette, che non sia possibile una colonizzazione del cadavere risalente al Lunedi' mattina: prima data utile, cioe', per l'inizio della citata colonizzazione nel caso l'omicidio sia stato commesso la sera tra domenica e Lunedi, ovvero nettamente prima delle 24 dell Domenica come sostenuto nel 1985 della relazione del team del professor Ma

In attesa che qualche entomologo, o altro specialista del settore, spieghi, letteratura scientifica alla mano, perche' le cose dovrebbero stare diversamente, cerchiamo di capire per quale motivo la corte d'appello boccio' la richiesta di revisione, rispedendo le conclusioni di Introna al mittente.




"Non costituisce prova nuova ai sensi del 630 una diversa valutazione tecnico scientifica degli elementi fattuali gia noti ai periti ed al giufice, che- nel postulare la sopravvenuta esperibilita di una diversa piu' affidabile metofologia d'indagine peritale- si risolva in realta' nella reiterazione dfi apprezzamenti critici in orfine a dati ontologici ed emergenze oggettive gia conosciuti e apprezzati nel giudizio, in violazione del principio dell'improponibilita', mediante la revisione, di ulteriori prospettazioni di situazioni gia constatate 

E fin qui si tratta di un enunciazione formale su cui nulla ci sarebbe da eccepire, salvo che gia' si incomincia a vedere quale sara' il punto dolente. In sostanza i giudici stanno premettendo che se il dato entomologico e' stato gia' preso in considerazione nel processo del 97, allora una nuova valutazione di quel dato non puo' essere ammessa per quanto autorevole sia.

Se dunque si tiene presente che i periti incaricati di accertare l'ora della morte dei due giovani hanno espressamente  preso in considerazione e valutato a tal fine anche l'intervento della fauna cadaverica, affermando nel corso del fibattimento che "l'elemento che ci ha fatto attribuire la morte alla notte tra la domenica ed il lunedi anzicheì ad uin momento antecedente e' stata la constatazione che il cadavere dell'uomo non aveva nessuno o scarsissimi elementi che denotassero un intervento della fauna cadaverica" appare evidente che le osservazioni critiche del professor Introna si risolvono esclusivamente in una diversa valutaione tenico scientifica di elelementi gia' esaminati dai periti, che non potrebbe quindi certamente costituire una prova nuova
 Abbiamo gia' detto che i periti dell'85 considerarono inattendibile la tanatologia sulla donna e si concentrarono  percio' sul dato dell'uomo, che, secondo loro ma anche obiettivamente, era rimasto in condizioni ideali. E infatti elencano i punti che dimostrano le suddette condizioni ideali, asserendo al punto 3:

"3. il cadavere non poggiava completamente a terra e ciò ha ovviamente reso più difficile l’intervento della fauna cadaverica, tanto che sulla cute di esso non si sono riconosciuti né segni dovuti a formiche e simili, né ai piccoli roditori che, in numero maggiore o minore, sono ospiti abituali nei nostri boschi.

Insomma, qui dicono che le condizioni di conservazione del cadavere erano tali da addirittura sfavorire l'attività di topi e formiche

Il mancato intervento della fauna cadaverica ci fa però anche pensare che il corpo dell’uomo non può essere rimasto troppo a lungo esposto nel bosco. In altre parole se esso vi fosse rimasto per due notti ed un giorno e mezzo, la fauna sarebbe sicuramente intervenuta ed altrettanto sicuramente avrebbe lasciato segni di questo intervento."

 Ovviamente se la fauna cadaverica di cui si parla sono roditori e formiche, nulla di ciò a che fare con la valutazione di Introna, ma la valutazionma al punto due della disamina sulle condizioni ottimali di conservazione del cadavere si dice quanto segue;

2. le ferite hanno determinato una cospicua emorragia esterna, ma il cadavere dell’uomo, essendo stato spostato non è rimasto a contatto con il sangue tanto che sulla sua cute non si è infatti osservata la deposizione di uova di mosca;

Cioe' non ci sarebbero uova attaccate alla cute rimasta a contatto col sangue perchè non c'è cute rimasta a contatto col sangue visto lo spostamento del cadavere Ma è sicuro che non c'erano uova e larve in distretti non esposti come le narici narici ad esempio?
Lo si dovrebbe dedurre da quest'altro passaggio?

Per l’uomo alla prima osservazione verso le ore 17, rigor ovunque in atto, anche alle piccole articolazioni dei piedi,ovunque valido, con iniziale minor validità alla nuca.Ipostasi posteriori rosso vinose, assai scarse ed ormai fisse;non macchia verde putrefattiva che non compare prima della remozione del cadavere.
Le ipostasi sono fisse fino dalla prima osservazione, la macchia verde non è comparsa nemmeno alla mezzanotte, allorché si ha invece un’iniziale deposizione e schiusura di uova con comparsa di larve di mosca.

Quindi, chi fa la verifica alla mezzanotte vede deporre le uova che poi si schiuderebbero lì per li'. Questo e' almeno quello che sembra doversi intendere, ma come è possibile se per vedere schiusa di uova bisogna che quelle uova siano colà da almeno 15\20 ore? Quindi almeno le uova avrebbero dovuto esserci  sia alle 21, che alle 19, in conseguenza di quello che scrive lo stesso relatore dell'85
In realtà i periti dell'85 non si sono mai sognati di dire che le loro osservazioni sulle mosche avrebbero avuto valore scientifico come vera e propria valutazione entomologico forense anche perché questa ancora non si era sviluppata come disciplina sistematica

Ma i guidici hanno altre argomentazioni a vantaggio della loro decisione. Vediamo;

"deve anche aggiungersi che le valutazioni del professor Introna risultano formulate soltanto su rilievi fotografici e senza quindi l'esame diretto dei cadaveri, effettuato invece dai periti che hanno infatti fondato le loro conclusioni spratutto sull'entita' e localizzazione dei processi putrefattivi pur tenendo conto come si e' gia' osservato anche della presenza della fauna cadaverica"

Ora, non si entrera' qui nel merito delle "conclusioni  sull'entita' e localizzazione dei processi putrefattivi" sebbene siano  anche queste parte dell'analisi degli odierni periti, rimandando nel caso al buon libro che l'avvocato Adriani ha scritto a sei mani col dottor Cappelletti e il professor Maugeri , ma due parole sull'obiettivita' scientifica delle indagini tecniche le si deve spendere.
Sostenere che senza esame diretto non si possono fare valutazioni attendibili, equivarrebbe un po'  a dire   che nessun dato di letteratura scientifica sia utilizzabile o attendibile, e questo non è sostenibile. Il perito settore riporta diligentemente tutti i dati e da questi poi ricava le conclusioni, lui come qualunque altro perito settore anche a distanza di 30 anni. E' vero che la raccolta dei dati e' irripetibile, ma una volta che questi sono cristallizzati in rapporti, esiti di esami e iconografia fotografica, la valutazione deve, ed e' sempre ripetibile e le conclusioni attendibili.
Quindi, ancora una volta, l'argomentazione appare debole, ma quello che deve aver confortato piu' di ogni altra cosa i guidici, probabilmente e' cio' che segue e che potremmo anche tralasciare in quanto gia' dibattuto in tante occasioni altrove, ma visto che ci siamo...

"Tali conclusioni hanno trovato del resto ampia conferma nelle dichiarazioni rese dai testi Igino Borsi e Paolo Bonciani, che riferirono ai Carabinieri, subito dopo l fatto, di aver servito ai due giovani, verso le 11 della domenica 8 Settembre, un abbondante colazione in un bar vicino al luogo dove si trovava la loro tenda"

La cara vecchia testimonianza, che pero' qui a me pare che forse dovrebbe venire valutata in modo diverso da come e' stato fatto. I guidici si limitano a riportare quanto in sentenza scrive il presidente della corte d'assisi, che a sua volta basa quanto scrive su quello che i testi dicono nel dibattimeneto;

Verbali Borsi - Bonciani dibattimento assise 1998

Presidente: Lo abbiamo a verbale, si può dire esattamente... Il 12 venne sentito, il 12. Ecco, lei riferì na circostanza particolare. 
Gino Borsi: Mah, la circostanza particolare, quei due che erano stati in quel bar. 
Presidente: Eh. E chi erano questi due che erano stati in quel bar, lì? 
Gino Borsi: Quelli due che sono stati uccisi. I francesi... non lo so, non mi ricordo chi erano. 
Presidente: Eh, i francesi. E quando li vide lei? Lei, ci parlò lei con questi signori? 
Gino Borsi: Sì. La mattina dalle nove alle dieci. Nove e mezzo, ora non mi ricordo di preciso. 
Presidente: Eh, quei due francesi. 
Gino Borsi: Sì. 
... cut ...
Gino Borsi: Eh, un me lo ricordo. Se fu un giorno di festa, la domenica, un lunedì, un me lo ricordo. 
Presidente: Non se lo ricorda ora, ma allora se lo ricordava? 
Gino Borsi: Allora sì. 
Presidente: Allora disse la verità? 
Gino Borsi: Sì, senz'altro. 
Presidente: Spiegò bene. E lei cosa... Gli ha fornito qualche cosa a questi ragazzi, o no? 
Gino Borsi: Mah, lì chiesero la colazione, che mi ricordo. 
Presidente: Ah, la colazione. 
Gino Borsi: Sì. Con un panino, l'affettato, e..
Presidente: Conferma quello che a suo tempo disse al processo Pacciani. 
Gino Borsi: Ma certo


Paolo Bonciani: Mah, io posso ricordare solamente questo: essendo un periodo che non c'era molti tranieri, due persone che parlavano solo ed esclusivamente francese, io dovetti intervenire, perché mio suocero che collaborava, così, alla buona, aveva delle difficoltà. Io mi ricordo solo di questo. Persone molto educate, molto gentili; sono state pochissimo, hanno fatto colazione e se ne sono qndate.
Presidente: Lei, allora, ha indicato anche il giorno preciso.
Paolo Bonciani: Non ricordo il giorno.
Presidente: Non lo ricorda oggi...
Paolo Bonciani: Non lo ricordo.
Presidente: Ma allora lo ricordava o no?
Paolo Bonciani: No, non è che ricordassi molto bene. Cioè, si parla di 13 anni fa. Io...

Orbene, i testi qui dicono , 13 anni dopo i fatti, di aver visto entrambe le vittime, di avergli servito panini ed affettati, l'abbondante colazione di cui parla la sentenza del 98, ed addirittura di averci parlato in francese traendo l'impressione di persone gentili ed educate.
Il presidente, del resto, deve prendere atto che, come e' giusto che sia, i testi premettono di non poter ricordare davvero con tutto il tempo che e' passato, e quindi rimanda ai verbali precedenti, non quelli dell'85 pero', ma quelli del dibattimento del 94, dove di anni dai fatti ne erano passati solo 9...



Verbali Borsi - Bonciani dibattimento assise 1994


P.M.: Le fu mostrata una foto di una ragazza?
I.B.: Si.
P.M.: Ricorda di aver ravvisato in questa ragazza una sua cliente?
I.B.: Come… quella mattina si.
P.M.: Ecco… qual’era la mattina in cui… Le fu mostrata era… glielo dico io, la foto della ragazza francese morta nella piazzola degli Scopeti, lei ricorda di aver visto questa ragazza o questa signora, quando? 
I.B.: Una volta lì, il giorno prima che fu… successe il caso.
P.M.: Ecco e cosa… L’aveva servita? Aveva fatto…
I.B.: L’avevo servita co’ un panino per fare colazione.
P.M.: Ricorda se era mattina o sera?
I.B.: La mattina.
P.M.: Se era sabato o domenica?
I.B.: Non me lo ricordo.
P.M.: Ecco lei ovviamente era molto più fresco perché le fu chiesto due giorni dopo il fatto… lei disse: “Il giorno 8 corrente alle ore 11:00…”
I.B.: Si, circa.
P.M.: Ecco, disse…
I.B.: Si.
P.M.: Era… lo ricordava meglio, era l’8 il giorno che aveva visto la ragazza, lo ricordava all’epoca.
I.B.: All’epoca si e ora non me lo ricordo ma all’epoca si.
P.M.: Benissimo.
I.B.: Approvo quello che ha scritto
P.M.: Si, si più che approvarlo… Lei ricorda che le fu mostrata una foto…
I.B.: Si,si




P.M.: Lei fu sentito dai carabinieri dopo che fu scoperto l'omicidio?
P.B.: Si addirittura fecero, diciamo, base lì da noi per le prime indagini, chiaramente, perché si dovevano pur appoggiare a un telefono, dei servizi, a qualcosa.
P.M.: Vennero da lei e le chiesero, in quei giorni, qualcosa? Se aveva visto qualcuna delle vittime? La macchina?
P.B.: Avevamo visto…
P.M.: Avevamo, ecco…
P.B.: Avevamo visto… effettivamente, avevamo visto la vittima perché venga fare la colazione.
P.M.: La vittima quale?
P.B.: La Nadine Mauriot, mi sembra.
P.M.: La ragazza.
P.B.: La donna e perché fece colazione molto velocemente, chiese del bagno. Penso non oltre i 15 minuti, fra il bagno e la colazione, poi se ne andò.
P.M.: Quando avvenne questo? Il sabato?
P.B.: Non ricordo con esattezza.
P.M.: Uno dei giorni prima…
P.B.: Si senz’altro, non era la vigilia… senz’altro non molto lontano dall’accaduto, questo sono sicuro.
......cut......
P.B.: Sa la mattina noi avevamo molte persone nel bar, addirittura dei pullman, cioè ricordarsi una straniera non era difficile, ricordarsi il giorno e il momento esatto era particolarmente difficile.
P.M.: Se lo ricordò nell’immediatezza dei fatti.
P.B.: Si perché avevano una macchina targata straniera, sa…
P.M.: Ecco, lei vide anche la macchina?
P.B.: Si era un R4 che non ricordo però il…
P.M.: Era un R4?
P.B.: Si per me era un R4, dalla vetrina, dal bar era un R4 targata francese però non ricordo il colore 
chiaramente.
P.M.: Lei all’epoca che… non sospetta, il 12 settembre ’85 disse ai Carabinieri: “Casualmente mi affacciavo dalla pensione denominata Ponte degli Scopeti, alla finestra che guarda su via Cassia, nel contempo notavo in sosta, senza alcuna persona a bordo, l'autovettura Golf di colore bianco con targa straniera…

Anche qui, come faranno 4 anni piu' tardi, i testi non possono che premettere che i loro ricordi non saranno un granche' a distanza di tutto quel tempo,sebbene, in realta,' sembrano un po' piu' chiari di quelli del 98. Ora infatti, entrambi vedono solo la ragazza e si cita il riconoscimento fatto tramite fotograia, quella apparsa su La Nazione dell'85. La colazione e' un po' meno abbondante, ma c'e' un passaggio al bagno in piu' e  c'e' l'avvistamento dell'auto, che il teste Bonciani dice essere una R4! Manca anche la chiacchierata in francese
Allora quanto è davvero affidabile il ricordo dei testi, visto che nessuno, tranne chi afflitto da memoria eidetica, puo' avere ricordi precisi di fatti che quando gli sono occorsi erano irrilevanti, e quindi non gli si possono essere stampati in mente E allora, se i ricordi sono cosi' mutevoli del tempo, perche' non si va subito a leggere il verbale che questi due testi fanno redigere il 12 Settembre 85, visto che dicono in dibattimento di aver detto allora la verita' E vediamo cosa dicono nell'85, non a 13 o 9 anni dal fatto, ma tre giorni dopo!

Igino Borsi;

"Il giorno 8 corrente alle ore 11 circa intento nel bar della Pensione Scopeti di proprietà di mio genero Bonciani Paolo e tra le tante persone che vi entrò molto probabilmente la donna rimasta vittima del duplice omicidio, da me riconosciuta nella fotografia apparsa sul giornale "La Nazione". La donna era di statura media, corporatura snella, capelli corti scuri, la quale chiese una acqua brillante in lingua italiana, un pò sforzata. Subito dopo la donna lasciava l'esercizio, senza vederla salire sul mezzo. Non ricordo altri particolari da segnalare. Non ho altro da aggiungere o da modificare e in fede di quanto sopra mi sottoscrivo. Fatto, letto, confermato e sottoscritto in data e luogo di cui sopra." 


Paolo Bonciani

"Domenica 8 corrente, alle ore 11 circa, mentre mi trovavo nei locali della mia pensione denominata "Ponte dei Scopeti", casualmente mi affacciavo alla finestra che guarda sulla Via Cassia e nel contempo notavo in sosta senza senza alcuna persona a bordo, l'autovettura Golf di colore bianco con targa straniera del tutto simile a quella rinvenuta nel luogo del delitto. La stessa attirò la mia attenzione proprio per la particolarità della targa che non è solito vederla sulle macchine di nazionalità francese. Dopo essere venuti a conoscenza del duplice omicidio verificatosi in località Scopeti non lontano dalla mia pensione, parlando in famiglia mio suocero mi riferiva che molto probabilmente la donna era entrata nel Bar sottostante la pensione, almeno riteneva di averla vista tra gli avventori e di riconoscerla per quella apparsa sul giornale "La Nazione". Non sono in grado di fornire ulteriori notizie in merito. Non ho altro da aggiungere o modificare ed in fede di quanto sopra mi sottoscrivo. Fatto, letto, confermato e sottoscritto in data e luogo di cui sopra."


Niente panini, solo Borsi vede una ragazza somigliante alla foto della Nazione, niente chiaccherate in francese, niente bagno, e nessun JMK. Il teste Bonciani addirittura dice di essere stato informato il giorno dopo dal suocero il che nel bar poteva essere entrata la vittima. Ma tutto questo e' irrilevante rispetto alle poche e precise parole  dette dal Borsi per descrivere la persona da lui vista;corporatura snella, capelli corti scuri,
Questo basta per affermare che in quella locanda, alle 11 della Domenica, NON vi entro' la signora Nadine Mauriot, che in quel maledetto settembre dell'85 viene ritratta cadavere con i capelli lunghi alle spalle

Nel proseguimento, cercheremo di analizzare meglio il come e il perche' di questo ultimo delitto, ma per il momento almeno sul quando abbiamo risolto qualcosa.

Master 2015