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Attenzione
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Il seguente materiale contiene descrizioni e immagini di particolare crudezza che possono urtare la sensibilita' degli utenti piu' impressionabili

The content here published could hurt your sensibility

domenica 8 febbraio 2009

Commenti


Le seguenti osservazioni si basano su elementi acquisiti da libri, pubblicazioni di stampa, e informazioni reperibili sul web, pertanto con un grado di attendibilita non omogeneo'. Nonostante questo ho cercato di ridurre al minimo l'uso di materiale non verificato, soprattutto facendo ricorso alle poche immagini a mia disposizione. Ogni contributo, critica, e confutazione su basi oggettive, e' pertanto non solo ben accetto, ma anche esplicitamente richiesto

A causa della moderazione la pubblicazione dei commenti non sara' immediata, cosa di cui mi scuso anticipatamente :-)




88 commenti:

mike ha detto...

Ilbravo ha scritto:

..."Devi correggere il luogo del delitto del 1968. Forse sul sito vinavin trovi il punto esatto. In ogni caso è da collocarsi nei pressi del cimitero ma c'è ne sono due a Signa. Quello del 1974 invece credo sia a metà strada fra i segni da te posti.Baccaiano va bene però il segno va posto dal lato del campo sportivo a meno che tu non volessi indicare dove si è fermata l'auto.Comunque, complimenti. Un ottimo lavoro."...

Grazie per le segnalazioni, come avrai capito il blog e' ancora in fase embrionale percui qualsiasi appunto, segnalaione e critica e' fortemente gradita.

Per quanto riguarda la piazzola ti posso dire che all'epoca da quel punto era visibile il vicino cimitero, ma non so esattamente se fosse la seconda o un altra. Magari a breve pubblico uno spezzone del video originale della ripresa.

ciao

p.s sto modificando il sistema di commentazione in modo da riuscire a controllare i post piu' facilmente. Quindi spero di non averti creaqto troppa confusione :-)

ilbravo ha detto...

Ciao Master
volevo chiederti se ti risulta che il corpo del giovane francese fosse parzialmente ricoperto da barattoli di vernice.

mike ha detto...

Ciao ilbravo

Credo che si tratti di una deformazione nel tempo della testimonianza del ragazzo che scopri' i corpi per primo. Si parlo' anche di un coperchio messo sulla testa del ragazzo, ma a quanto ne so' non era stato neppure ricoperto intenzionalmente dalle foglie, che invece gli si sarebbero sparpagliate addosso in conseguenza della ricaduta a terra.

ciao

ciao

mike ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
mike ha detto...

prova3

Tub ha detto...

Vorrei aggiungere anche la testimonianza del proprietario del bar di Vicchio, che, nel primo pomeriggio del sabato 29, cioè il giorno stesso del delitto, ha dichiarato di aver avuto nel suo locale la coppia dei ragazzi, che si sono seduti all'interno e di aver notato un tipo, che, da un tavolo fuori, sembrava fissare la ragazza, tanto da non staccarle gli occhi di dosso. Al momento in cui i due ragazzi si sono alzati per pagare, anche il signore ha tracannato velocemente la birra che aveva ordinato e non bevuto, come se avesse intenzione di seguirli.
Questo misterioso personaggio rimase impresso al proprietario del bar perchè era ben vestito e soprattutto aveva uno sguardo molto intenso e serioso, tanto da fargli credere che fosse uno della Guardia di Finanza.

mike ha detto...

Ciao Tub

La testimonianza del signor Bardazzi si inserisce in un quadro piu' ampio di testimonianze simili che indicherebbero la possibilita' di pedinamenti continuativi ai danni delle vittime. Ci sono a tal proposito quelle dell'amico della Cambi, le dichiarazioni dell'amica della Pettini, e se vogliamo anche quelle riferite dal Barranca sulla Locci. Stranamente non si riesce ad avere mai una descrizione delle caratteristiche fisiche del soggetto, se non qualche elemento generico. Eppure ad esempio il Bardazzi aveva visto molto bene la persona, ma di questa non sarebbe stato mai fatto un identikit. Cio' e' ancor piu' incomprensibile se si considera che i carabinieri giunsero a chiedere al Bardazzi di fare una ricognizione al funerale della Rontini per identificare eventualmente il soggetto.
Queste descrizioni sarebbe importante averle per confrontarle con quelle dagli avvistamenti sospetti sui loghi dei delitti, come ad esempio quella dell'avvocato Zanetti, o quella dei due gruppi di escursionisti che notarono tra i boschi degli scopeti un individuo che si aggirava con fare sospetto proprio il pomeriggio del 7 settembre.
Manca quindi uno studio comparativo che invece sarebbe molto utile a mio parere. Detto cio' non ci sono elementi per affermare l'appartenenza di taluno dei soggetti in questione alle forze dell'ordine, neppure nel caso del Bardazzi. Questa idea l'avvocato Filasto' la fa perche' ha in mente una persona ben precisa, ovvero non la ricava dagli indizi disponibili ma semmai cerca di spiegare tali indizi partendo da un ipotesi precostituita.

ciao

mike ha detto...

Ciao Zerovirgolaniente

Scusami se riporto il tuo messaggio senza pubblicare quello originale, ma sono costretto per via dei nomi che fai in modo esplicito...

L'ipotesi che fai nel tuo post e' in sostanza l'estensione dei sospetti del giudice Rotella, che oggi vengono perorarti ad esempio dall'investigatore Cannella, integrandola con quella del giornalista Spezi. Io nutro forti dubbi che quel tipo di delitti maniacali possano essere il frutto della complicita' di due persone, e questo soprattutto per via delle mutilazioni e della mancanza di attenzioni di tipo sessuale di altro genere sulle ragazze. Una coppia di serial killer, sebbene rara, e' sicuramente gia' esistita, ma in quei pochi casi il movente e' sempre di tipo sadico sessuale esplicito, opvvero preceduto da uno stupro. Qui invece l'assassino elimina le sue vittime nel modo piu' rapido possibile, per poi portarsi via i trofei, che quindi dovrebbero essere il vero "movente" degli omicidi. Ritengo pertanto che siamo in presenza di un attore unico, e che quindi il sospetto di Rotella, affiancato da quello di Spezi, sia una sintesi francamente improbabile.

ciao

Tub ha detto...

master, scusa, come mai non c'è una sezione dedicata alla vicenda Narducci? Tralaltro, visto che è rimasta, se non erro, l'ultima azione giudiziaria ancora aperta, sapete di qualche novità? Io sono rimasto al 2007, cioè alla lettura del libro "La stana morte del dr. Narducci".
Ma voglio acquistare e leggere, ovviamente, anche quelli della Carlizzi.

mike ha detto...

Ciao Tub

Ci sono piu' motivi per cui non tratto quella vicenda.
Il primo e' che ancora le indagini dovrebbero essere aperte, anche se forse e' gia' stato deciso un rivio a giudizio (non lo so'). Questo rende impossibile avere informazioni sui fatti appurati da quelle indagini, fatti che diventano tali solo dopo almeno un dibattimento pubblico. Nel processo Mostro ter non c'e' nulla di sostanzioso a riguardo, e quindi parlare del dottore vorrebbe dire basarsi solo sulle illazioni giornalistiche senza poterne fare un minimo riscontro.
Il secondo motivo e' inerente al metodo. Ossia in questo specifico spazio tratto, come si evince dal sottotitolo, i fatti (nel senso che ci provo :-)) del periodo temporale in cui il serial killer e' rimasto in attivita' . Ho intenzione di ricostruire anche la storia processuale, ma voglio tenere le due cose separate.

ciao

ghepardo ha detto...

Quindi, ricapitolando, è possibile stabilire il punto in cui Spalletti si imboscò per spiare la coppietta? E dove fu posteggiata la Ford Taunus del guardone, grossomodo?

mike ha detto...

Ciao Ghepardo

Il punto piu' vicino alla taverna del Diavolo e'l'imbocco dove praticamente si trovava la ritmo dei ragazzi, e da li e' impossibile che Spalletti non abbia visto nulla. Pero' il punto di accesso piu' canonico su quella stradina e' quello dove c'e' l'incrocio col casale, e secondo me Spalletti si e' fermato li mentre stava tornando verso Montelupo.

ciao

ghepardo ha detto...

Ciao Master
Secondo me il foro di figura 5 e 6 è un foro di uscita.
Il mostro potrebbe aver infatti attaccato dal lato passeggero (ove la coppia amoreggiava con Gentilcore sopra la Pettini) esordendo con l'apertura dalla portiera (nella figura 7 si nota bene che finestrino e portiera anteriore destra non sono raggiunti da nessun tipo di colpo) e poi ha scaricato la Beretta (il primo colpo dovrebbe essere quello che centra la scapola destra del giovane) in maniera scoordinata e trovando oltretutto strenua resistenza da parte dei 2 fidanzati che hanno tentato di deviare la mano del killer che infatti spara alcuni colpi oltre Gentilcore (uno quello di figura 5-6 l'altro/i che infrange il finestrino laterale anteriore sinsitro). A riprova di questo fatto potrebbe aggiungersi lo specchietto retrovisore divelto dal parabrezza e sopratutto le ferite da arma da fuoco al braccio destro della Pettini.
Il Mostro ha finito i proiettili della calibro 22 e tira fuori il coltello col quale si accanisce sulla ragazza che estrae morta dalla 127 dopo aver spostato Gentilcore, per poi concludere il rituale.

Se il foro di foto 5-6 fosse d'entrata il Mostro avrebbe dunque attaccato dal lato guidatore. A questo punto l'unica ipotesi sarebbe uno sparo da lontano, come hai scritto tu: ma a che cosa poteva giovare in un agguato di questo tipo sparare da una distanza lontana, di notte, foss'anche uno sparo in avvicinamento? I ragazzi, richiamati all'attenzione da quel primo suono, avrebbero interrotto le loro effusioni e Gentilcore avrebbe aperto lo sportello di destra (a portata di mano) per tentare la fuga assieme alla Pettini. Per il killer, un simile scenario sarebbe stato controproducente. Cosa ne pensi?
Scusa per la prolissità. Un saluto.

mike ha detto...

Ciao Ghepardo

La premessa doverosa e' che il foro che vedi e' il risultato di un image post processing, quindi sia la forma del foro che la sua esistenza sono probabili ma non assolutamente certe. Se la presenza del foro puo' essere abbastanza sicura, diversamente lo si puo' dire della forma, che se fosse quella potrebbe essere in effetti di un foro d'uscita.

Nel caso fosse un foro d'uscita certamente l'assassino avrebbe sparato anche dallo sportello destro aperto, e questa ipotesi e' stata fatta pure dal medico legale, quello vero intendo. Io non ho dati sui rilievi di PS che avrebbero potuto togliere ogni dubbio sulle modalita' con cui si e' rotto il finestrino, cioe' dall'esterno verso l'interno, o viceversa,pero' si parla sempre di spari attraverso il finestrino sinistro. Del resto la linea dei colpi ricevuti dal ragazzo, dalla spalla sinistra alla scapola destra, mi fanno pensare piuttosto a colpi sparati da sinistra mentre il ragazzo si stava voltando verso la compagna, poi il killer potrebbe aver girato intorno all'auto e continuate a sparare dal lato destro con la portiera aperta.

Dove sia davvero stata colpita la ragazza non lo so' con certezza, perche' Giuttari dice una cosa e i giornali e l'Alessandri ne dicono un altra. Pero' secondo me la ragazza e' stata estratta dall'auto ancora viva, e se guardi la foto del corpo sdraiato sembra che abbia le piante dei piedi sporche di terra, come se fosse rimasta in piedi fuori dall'auto. Magari e' un effetto del livor, ma non credo.

ciao

ilbravo ha detto...

Scrivo questo commento di fretta per dire una sola cosa: la telefonata in casa Cambi la sera del delitto da parte di uno sconosciuto è parso sempre una strana storia. Se è stato l'assassino come faceva a sapere un numero di telefono che non era quello della madre della ragazza ma di una zia, se non erro? Infatti, i Cambi, pochi giorni prima si erano trasferiti per qualche tempo presso altri parenti. Eppure chi ha telefonato pareva sapere di questo. Non sappiamo se fu l'assassino a farlo.Io penso che siccome i Cambi, comunque, non erano certo sotto un programma protezione, non vedo perché qualcun altro non poteva benissimo sapere di questo temporaneo trasferimento e magari conoscere anche il numero della nuova abitazione. Tuttavia, potrebbe benissimo essere stato l'assassino a farla dato che la telefonata sembra sia avvenuta poche ore dopo l'omicidio. L'assassino conosceva la Susanna? Può essere. Dunque poteva sapere di questo trasferimento. Però io credo più probabile un'altra cosa. L'informazione il Mostro l'ha avuta - se l'ha avuta - dalla borsetta della ragazza. Probabilmente Susanna aveva un appunto, immagino un biglietto con su scritto il numero di telefono, dove forse poteva esserci riportato una frase del tipo:telefonare mamma a tal numero. Oppure semplicemente: Mamma e relativo numero.Se così fosse, l'assassino avrebbe compiuto un gesto insolito, che non ha mai compiuto prima ma che è tipico dei serial killer sadici: tormentare la famiglia. Forse voleva comunicare che la figla era morta senza dirle dove. Un anticipo della beffa che sarebbe avvenuta da lì a quattro anni. Forse, altre volte non ha avuto la "fortuna" di reperire un numero di telefono in modo così esplicito. Io credo che nel caso della Susanna questo poteva essere, voglio dire è probabile che si fosse appuntato il numero perché nuovo anche per lei. Forse il Mostro non ha resistito alla tentazione, ritrovandosi quel biglietto fra le mani, di fare la telefonata. Che poi sappiamo essere andata a vuoto per un guasto sulla linea. Del biglietto, forse, gli stessi parenti ne ignoravano l'esistenza.

mike ha detto...

Ciao ilbravo

Quello che suggerisci e' sicuramente uno spunto interessante, e nel valutare l'evidenza delle borsette rovistate che ritornano, a me era venuta in mente la possibilita' che cosi' facendo cercasse di acquisire qualche tipo di conoscenza in piu' sulle sue vittime. La possibilita' che davvero la ragazza avesse un appunto con il numero della zia e' assolutamente da non scartare. Considera anche che il rinvenimento dei corpi sarebbe addirittura avvenuto dopo, o contemporaneamente alla telefonata, e che, se il virgolettato del contenuto della conversazione e' esatto, quel voler "parlare della ragazza" diventa veramente sospetto. E' anche vero che non c'e' nessun riscontro, ma certamente la telefonata non sembra proprio una normale comunicazione. Io ho anche il sospetto che l'esposizione mediatica della sorella della vittima abbia attirato notevolmente l'attenzione del maniaco, e non escluderei che, senza magari essersene resa minimamente conto, questa sia entrata anche in contatto con lui, o che quantomeno gli sia capitato di vederlo in faccia. Secondo me un comportamento del genere aiuterebbe anche a capire i tempi dilatati che intercorrono tra un delitto e il successivo, durante i quali forse si occupa degli effetti che il suo gesto ha avuto sulle famiglie delle vittime femminili. E continuando nella congettura, potrebbe non essersi piu' interessato della borsetta nel caso di Vicchio perche' forse non aveva bisogno di sapere nulla in piu' della vittima...

Del resto e' anche possibile che quella telefonata sia il frutto di uno sciacallaggio da parte di qualcuno che sapendo della scomparsa della ragazza abbia tentato una spregevole beffa. Il guasto sulla linea mi fa sospettare l'azione di qualche farabutto, magari un dipendente della compagnia telefonica in vena di scherzi criminali. Puo' sembrare una stupidaggine, ma ti assicuro che di personaggi del genere un tempo ne esistevano a bizzeffe.

Un ipotesi diversa, e probabilmente molto meno valida, potrebbe invece riguardare la necessita' di recuperare dalle borsette qualcosa che avrebbe potuto mettere gli investigatori sulle sue tracce, qualcosa che magari testimonia il modo con cui entra in contato espemporaneamente con le vittime prima dei delitti.

ciao

ilbravo ha detto...

Riguardo al delitto di Vicchio ti posso assicurare che dalla strada si vede la piazzola. Mentre ero lì, circa venti giorni fa, saranno state verso le sette di sera, un auto che mi aveva notato si è fermata diverso tempo sul ciglio per vedere quello che facevo. La cosa mi ha fatto riflettere su quanto sia visibile il luogo. Il Mostro ha appena sparato. I colpi qualcuno potrebbe averli sentiti. Credo abbia fatto tutto di fretta. Secondo me, giocando in casa - su questo punto sai come la penso - non può permettersi il lusso di stare troppo sulla scena. Mi chiedo tecnicamente quanto tempo, ridotto al minimo, impieghi per assalire, compiere le escissioni, infergere le ferite post-mortem e rovistare nelle borsette. Dato che ci siamo volevo chiederti: ti sembra che il Mele, se avesse avvistato l'auto del Lo Bianco - posto che lo conoscesse, conoscesse la macchina e conoscesse il luogo - sarebbe stato così coraggioso da interrompere la moglie e l'amante mentre fanno l'amore? Voglio dire, lui mentre vede l'auto non sa che i due sono morti. Caratterialmente lo ritieni così audace da sfidare l'ira funesta della moglie e quella imprevedibile dell'amante? Insomma, come mai si sarebbe avvicinato all'auto? Con quale intento? Considera poi che lui sosterrebbe di sapere che la freccia era accesa. Sono certo che l'informazione è emersa durante l'interrogatorio e che quindi lui ne era del tutto inconsapevole. Infatti se l'avesse lasciata accesa accidentalmente perché non spegnerla? Ha avuto il tempo di rivestire la moglie ma non poteva perdere due secondi a spegnere una freccia? Oppure l'avrebbe lasciata intenzionalmente per far scoprire l'auto e quindi iniziare prima le ricerche del figlio scomparso? In ogni caso, possibile che davanti a una tale tragedia non abbia sentito il bisogno di confidarsi con qualcuno? Mi sembra che Barbara avesse una sorella che viveva a Lastra a Signa. Perché non avvertirla? Ci sono troppe contraddizioni che si risolvono, a mio avviso, solo se escludiamo il Mele dalla scena del crimine e ammettiamo che l'interrogatorio è stato condotto con pregiudizio (era già colpevole) e poco garbo (a voler essere eufemistici).

mike ha detto...

Ciao ilbravo

Piccola digressione, non mi ricordo piu' se gia' te l'ho chiesto, ma quando sei stato agli scopeti hai fatto caso se la piazzola fosse visibile dalla strada?. Insomma, la tenda dei francesi, o l'auto, sarebbe stata visibile semplicemente passando su via degli scopeti?

Per quanto riguarda i tempi degli attacchi so' che nel caso dei francesi fu calcolato in 9 minuti. A questi devi aggiungere il tempo per spostare i\il corpo. Secondo me difficilmente ha superato mai i 15 minuti, che pero' non sono proprio pochi. Se leggi uno degli articoli del 1984 si dice che l'assassino si sarebbe attardato all'interno dell'auto per un certo tempo, e non si capisce il perche'. Pero' questo vorrebbe dire che una stima di 15 minuti in quel caso sarebbe sicuramente per difetto.

Su Stefano Mele la contestazione e' decisamente pertinente. C e' da domandarsi se pero' la preoccupazione, unita alla stranezza della freccia accesa e visibile da lontano, non siano stati preminenti rispetto al timore di essere aggredito dalla moglie e l'amante. Alla fine la mia e' solo un ipotesi messa in campo per dare un punto di vista differente sui fatti, e quindi non voglio certo difenderla a spada tratta, anche perche' non esclude che ci siano stati suggerimenti involontari.

ciao

ilbravo ha detto...

Scusa se non ti ho risposto prima, comunque ti posso assicurare, relativamente al delitto degli Scopeti, che la tenda dalla strada non era possibile vederla.
Ritornando alla questione Mele: ho immaginato la tua obiezione, poiché ho accettato per buono quanto dicevi, così, per onorare il metodo. Facciamo che sia possibile che Stefano abbia visto la freccia accesa e ciò lo abbia indotto in una tale preoccupazione da fargli muovere dei passi verso l’auto incurante delle conseguenze. Ma perché, una volta assodato che i due erano morti, non ha spento la freccia? Quale utilità ne ricavava? Semmai, anzi, una luce accesa nella notte attirava l’attenzione su di sé mentre era intento a spostare i corpi. Inoltre, immagino, fosse anche di disturbo e di impaccio dal punto di vista acustico e visivo. Infine, spostando il cadavere della moglie dal lato passeggero a quello di guida, credo fosse quasi invitabile per lui muovere la levetta. Insomma, molto più facile credere che se lui era sul luogo del delitto abbia egli stesso azionato l’indicatore di direzione. Ma questo non lo credo. Io penso, e su questo mi sembra concordiamo, che sia stato l’assassino ad azionare la freccia. Ma è stato un gesto volontario o no? Nella seconda ipotesi dobbiamo supporre un elemento di disturbo. Molto probabilmente ha scoperto che nella macchina c’era un bambino per cui ha lasciato di fretta la scena inserendo inavvertitamente la freccia. Ma ammettiamo invece un gesto volontario. Abbiamo due possibilità: ha inserito la freccia senza mai avvedersi di Natalino. Il motivo di ciò al momento non importa. Secondo questo scenario presumo che proprio la freccia, con il suo rumore costante, abbia potuto svegliare il bambino già con il sonno disturbato dagli spari e dai rumori dell’assassino. In questa ipotesi bambino e mostro non si incontrano e non sanno l’uno dell’altro. Un secondo scenario vedrebbe il Mostro consapevole, a un certo punto, della presenza di un bambino. Un evento che non era nei suoi piani e che non sa come affrontare. Probabilmente se ne è avveduto perché Natalino nello svegliarsi ha invocato la mamma. Il killer si nasconde, non fugge, e assiste a quel che succede. Vede Natalino uscire dalla macchina e recarsi nella campagna. Ha un problema, a questo punto. Non può rivelarsi al bambino senza farsi scoprire. Non può fare una telefonata anonima ai carabinieri perché potrebbe essere pericoloso per lui. Ma comunque immagina che un bambino scomparso potrebbe creargli problemi o se vogliamo, sforzandoci, diamogli un briciolo di umanità, si preoccupa del ragazzino. L’unica cosa che può fare è azionare la freccia per attirare l’attenzione sull’auto. In effetti, Natalino nel suo narrare ai primi soccorritori e poi durante la ricerca della macchina insieme ai carabinieri, come unico ricordo di una fonte di luce menziona soltanto quella proveniente da casa De Felice. Immagino che la freccia, se fosse stata accesa al momento in cui si è allontanato dalla scena, sarebbe stata nei suoi ricordi, soprattutto per indicarla ai carabinieri.

mike ha detto...

Ciao ilbravo

A me non sembra cosi' strano che il Mele possa aver lasciato la freccia accesa, sia per lo stato d'animo che avrebbe avuto in quel contesto, sia magari perche' manco sapeva come spegnerla.
Se pero' metto da parte i "particolari" autoincriminanti descritti dal Mele, allora la spiegazione a mio parere piu' verosimile e' quella dell'assassino che fugge non appena si accorge del bambino, e che non si preoccupa della freccia perche' e' piu' importante per lui non farsi vedere in faccia (indipendentemente che sia conosciuto o meno da Natalino).
Il problema e' che la manipolazione dei cadaveri non e' rapida, e non riguarda la sola donna. Anche volendo ammettere che il piccolo non si sia tirato su di scatto, svegliato dai colpi di pistola, quanto e' probabile che non abbia percepito la presenza di un altra persona, ne che questa, entrata nell'abitacolo, non lo abbia visto ben prima di iniziare a spostare i corpi? L'accenno allo zio Piero e' all'origine di questa percezione del bambino? Ma allora perche' non c'e' un riferimento chiaro sin da subito? Puo' darsi che l'accenno allo "zio Piero" sia stato realmente il sintomo di questa presenza, ma che i carabinieri l'abbiano scartato senza pensarci troppo per via dell'alibi del Mucciarini, pero' non e' cosi' che la cosa viene raccontata(per quello che ne so' io).
Tornando alla freccia, ricordo di aver letto che il bambino ne era a conoscenza, e se consideriamo che il 22 viene riaffidato al padre ecco spiegato da dove il Mele puo' aver ottenuto quel particolare, pero' e' un dato che devo ritrovare e del quale per il momento non sono certo , quindi potrebbe benissimo essere che sia stata accesa dopo. Non mi sorprenderebbe un eccesso incongruo di "umanita'" da parte del mostro, magari perche' in quel bambino ci si e' riconosciuto in qualche modo, pero' dovremmo supporre che l'assassino si attardi parecchio ad osservare la scena aspettando di vedere il bambino che esce dall'auto e si allontana, il che' vuol dire aumentare di molto i rischi per se stesso. Nell'ipotesi che faccio io invece il mostro sa gia' della presenza del bambino, e l'accensione della freccia e' in un certo modo premeditata, nel senso che gia' si e' posto il problema della sorte di Natalino prima di colpire

Rimane il fatto che di particolari il Mele ne da un po' troppi,e anche se alcuni si puo' immaginare che siano il frutto di errori involontari di chi fece l'interrogatorio, per accettare che il Mele non sia mai stato sul luogo del delitto si dovrebbe accettare che nulla del suo racconto sia stato genuino, cosa che mi riesce difficile sostenere a cuor leggero.
Devo dire infine che la lettura degli articoli del 68 mi ha fatto sorgere ulteriori dubbi, perche', da come la raccontano, molte delle incongruenze notate successivamente non compaiono proprio. Su quegli articoli si indica il finestrino giusto da cui si sparo', e si nota il particolare del numero dei colpi , che a quanto pare il 23 ancora si suppoineva fossero 6 e non 8...

Per gli scopeti: Se davvero la tenda non e' visibile dalla strada, come ha fatto la Ghiribelli a notarla? Ma lasciando perdere la Ghiribelli, lo stesso problema lo avrebbe avuto un assassino errante che sceglie le vittime a caso mentre perlustra alcune zone di suo gradimento. Pero' se guardi i filmati dell'epoca(anche l'ultimo postato da Flanz su De Fazio) dalla piazzola si riesce a vedere la strada e le macchine che passano. Mi domando se lo stato della vegetazione sia rimasto lo stesso o se non sia cambiato nel tempo.

ciao

ilbravo ha detto...

Ciao Master,
riguardo agli Scopeti mi sono ricordato che quando ci sono andato per ben due volte non ho capito il punto esatto. Poi ho visto un filmato con Spezi e quindi ho capito dov'era. Ma da allora non ci sono più tornato. Sarò più preciso la prossima volta. Riguardo alla precisione dei particolari riferiti dal Mele, questa informazione ce la danno quelli che lo hanno interrogato. Ma sarà stato veramente così? Quell'interrogatorio non è stato neppure verbalizzato, per cui io non mi sento di prenderlo per buono. A questo punto io preferisco, come dire, ragionare per logica, senza cioé tener conto di quanto riferito dall'uno e dagli altri. In un caso simile, avvenuto in America, di cui parla John Douglas in un bellissino libro, Caccia nelle tenebre, avevano per certo un colpevole, per gli stessi motivi: chi si autoaccusava sapeva troppe cose. Tuttavia, fu la stessa polizia che lo scagionò quando si rese conto che quell'omicidio poteva far parte di una serie. Fu rivisto anche il metodo per procedere con gli interrogatori. Alludo al caso Tymothy Spencer, il primo a finire sulla sedia elettrica grazie all'esame del DNA. Per me questo caso è emblematico, e Douglas spiega benissimo come un innocente possa apparire colpevole fornendo informazioni che in realtà non ha. Naturalmente la mia è un'opinione basata sulla incongruenza fra il carattere di Mele e le sue azionio coraggiose; su questa lezione di Douglas; sul fatto che per porre Mele sulla scena del crimine dobbiamo fare troppe congetture e andare fuori logica. Un Profiler diceva che se ti fai troppe domande vul dire che non hai nessuna risposta. Alludeva al fatto che quando una ricostruzione prevede troppi scenari vuol dire che non va bene. In questo caso, per me, e sottolineo per me, ci sono troppe domande e troppe stranezze. Ovviamente posso incorrere nell'errore. Forse la mia ricostruzione è fin troppo semplice ma al momento non l'abbandono.
PS: Sei sicuro che Natalino sapesse della freccia accesa?
Comunque, ancora complimento per il tuo blog.

mike ha detto...

Ciao ilbravo

No, non sono sicuro. Ricordo di averlo letto ma non ricordo la fonte, pero' la cosa e' irrilevante al fine di confutare la possibilita' che quel particolare sia passato da Natalino al padre. Infatti il bambino fu portato sul luogo dai Carabinieri quella stessa notte, e quindi direi che fosse scontato che sapesse della cosa nel momento in cui fu riaffidato al Mele.

E' vero che ci sono tanti indizi che fanno pensare male sulla metodologia con cui e' stato condotto il primo interrogatorio, pero' e' anche vero che per quello che ne sappiamo di particolari l'uomo ne avrebbe dati veramente tanti. Poi posso benissimo pensare che il Mele sulla scena non ci sia mai stato, ma cosi' mi rimane l'incongruenza irrisolta dello spostamento dei corpi, e del bambino che non ha alcun ricordo di questo particolare- Mi riesce difficile immaginare che l'assassino sia rimasto nell'ombra aspettando che Natalino uscisse dall'auto solo per poter risistemare i cadaveri,e ho paura che a questo punto non esista modo di scartare una qualunque di queste ipotesi

ciao

ilbravo ha detto...

Quello che mi pare di evincere, da come Natalino ne parla, è che i corpi fossero già stati spostati al momento del suo risveglio. Non accenna alla mamma nuda. Riferisce di averle toccato un braccio. Dice che anche lo "zio" era morto. Il De Felice pensò a un incidente d'auto. Quindi a due persone su due sedili diversi. Insomma mi pare di capire che Natalino descriva due corpi separati, non l'uno sull'altro. Immagino che il De Felice abbia chiesto diverse cose al bambino, per giungere alla conclusione dell'incidente d'auto non deve avere creduto neppure per un attimo che i due stessero appartati. Il perché l'assassino abbia sentito l'esigenza di spostare i corpi rimane un mistero nella sua mente, fa parte della firma. Mi sforzo di ricreare i punti vuoti, di colmare le lacune. Sarebbe interessante visionare le deposizioni dei De Felicede al processo Mele. Un buco è il dialogo avvenuto fra il bambino e i De Felice. Arrivo per deduzione a ricostruire quel che si sono detti riflettendo sul perché De Felice abbia pensato a un incidente. Eppure Natalino parlava del papà a casa e della mamma e lo zio in macchina. Avrà detto anche del cinema. Presumo. Ma nelle conclusioni del De Felice non ci sono stranezze. Se Natalino avesse detto che la mamma era posizionata sullo zio, forse il De Felice non avrebbe pensato a un incidente. Lo stesso Natalino non pare colpito da una posizione anomale dei due corpi. Essi dormivano l'uno separato dall'altro. Così, mi pare di capire.

mike ha detto...

Temo che sia pericoloso fare deduzioni troppo precise sulla base dei dati che abbiamo. Il De Felice puo' aver pensato ad un incidente semplicemente perche' era la cosa piu' ovvia, visto che il bambino parlava di morti in macchina, e di essersi svegliato all'improvviso. Ne mi azzarderei a fare ipotesi su come abbia interpretato la posizione reciproca dei corpi sulla base di quelle poche frasi di cui disponiamo, e che neppure sappiamo se siano riferite in modo testuale. In via ipotetica la ricostruzione che fai puo' anche essere quella giusta, pero' non sono sicuro che esista un percorso deduttivo che permetta di scegliere.

Forse la ricostruzione piu' lineare e' la seguente:

Il bambino si sveglia per i colpi di pistola, ma non se ne rende conto. Rimane raggomitolato perche' sente che nell'auto c'e' movimento, e magari sa che in quei momenti lui deve fare finta di dormire, perche' la mamma quando sta con gli zii non vuole che lui stia sveglio. Il movimento pero' e' quello dell'assassino che sposta i corpi, ma il bambino non guarda, almeno fino a quando non sente piu' nulla. Si alza e capisce che la madre in realta' e' morta, scende dall'auto e si avvia verso il vingone, e forse scorge la sagoma dell'assassino che lo osserva da dietro le canne. La freccia e' rimasta accesa dopo l'omicidio, ma il killer non la spegne perche' ad un certo punto vede il bambino e scappa, oppure e' lo stesso bambino che spostando il braccio della madre fa partire la freccia.
Per sostenere una cosa del genere pero' bisogna azzerare completamente le dichiarazioni del Mele, cosa che mi riesce difficile da fare a cuor leggero.

ciao

ilbravo ha detto...

Vedi, io ho dubbi che la Locci si portasse sempre il bambino in macchina quando capitava che voleva appartarsi con qualcuno. Anzi sono convinto che non fosse sua abitudine. Si è portato Natalino perché il padre stava male.Penso anche che il cinema non fosse nelle sue intenzioni né in quelle di Lo Bianco. Ma il malore di Stefano li ha costretti alla presenza del bambino. Quindi, i piani sono cambiati. Non credo neanche che fosse abituata ad appartarsi nelle auto. Non ne aveva bisogno. Ma in questo caso sì. Per me quella sera fatale fu tutto molto improvvisato, adattato alle circostanze. Per cui escludo che Natalino fosse "addestrato" a starsene zitto. Era una novità anche per lui. In ogni caso, la tua ipotesi del Mele sulla scena del crimine non spiega,come già ti dissi, la totale assenza di impornte digitali di Stefano e, aggiungo, la mancanza di tracce ematiche su qualcuno dei suoi abiti. E non penso fossero tanti. Risolvi queste contaddizioni nella ricostruzione che fai. Perché questi elementi oggettivi, a mio avviso, sono molto più persuasivi del fatto che lui descriva particolari circonstanziati. A questo trovo una spiegazione ma alla mancanza di tracce non ne trovo alcuna.
Comunque è un piacere discutere con te.

ilbravo ha detto...

Spero di non annoiarti continuando a ragionare sempre sul medesimo argomento ma credo che finché abbiamo cose da chiarire è meglio farlo. Mi è venuto in mente un particolare. Tu dici che lo sportello posteriore lato passeggero fu trovato socchiuso. Ebbene mi sono domandato chi lo ha aperto. Non penso sia stato Natalino, dunque deve essere stato l'assassino. Come mai questo sportello risulta aperto? Mi domando se lo ha aperto prima che Natalino si svegliasse, magari perché ha sentito il bambino moversi.In questo caso non lo ha richiuso per non farsi notare dal bambino che stava per svegliarsi. Oppure, aveva altre intenzioni e in questo momento, aprendo lo sportello si accorge di Natalino. Altra ipotesi è che lo abbia aperto dopo che Natalino si è allontanato. Magari, per controllare qualcosa, non so. Ho pensato anche io che potesse essere stato Natalino ad azionare la freccia, ma l'ho escluso perché ho ritenuto che la levetta dovrebbe essere fra il volante e lo sportello, dunque a sinistra. Natalino avrebbe dovuto inserirsi in questa area ristreta e non capisco perché avrebbe dovuto farlo.A meno che la leva non fosse dal lato dx.

ilbravo ha detto...

Pardon, dimenticavo. Ovviamente escludendo io Stefano dalla scena del crimine, escludo sia stato lui ad aprire lo sportello. Se tu avessi ragione, chiaramente è stato lui. Ma non è questo che volevo aggiungere. Se l'assassino è stato interrotto da Natalino, e la freccia l'ha inserita dopo che il bimbo si è allontanato, o prima, questo non importa, molto probabilmente non ha più avuto tempo per alterare la scena. Voglio dire che forse le sue intenzioni erano altre, che il lavoro è rimasto a metà.

mike ha detto...

Ciao ilbravo

L'ipotesi che quell'uscita fosse improvvisata quadrerebbe, magari decisa solo nel pomeriggio quando noi sappiamo che il Lo Bianco si reco' a casa del Mele. Pero' non mi convince il fatto che la donna si sia portata dietro il figlio poiche' il marito stava poco bene. In fin dei conti non stabva cosi' male se alle 7 del mattino successivo era in piedi pronto a scattare al suono del campanello. Secondo me la Locci e' vero che si portava dietro il bambino da qualche tempo, ma per un motivo preciso, e cioe' pensava che con il bambino non avrebbe corso rischi...

La propensione della donna ad appartarsi in auto sarebbe testimoniata anche dalle dichiarazioni del Barranca,e anche se e' vero che almeno con i fratelli Vinci non ne avesse bisogno, non c'erano solo loro tra le conquiste della donna. Oggi sappiamo che nel periodo di convivebnza con Salvatore entrarono molti sconosciuti nell'entourage della Loccci, e questo per via delle abitudini sessuali del Vinci, a cui, a quanto pare, piaceva il sesso di gruppo. Alcuni di questi incontri avvenivano sicuramente in luoghi aperti, e secondo me sempre gli stessi, quindi magari ben conosciuti anche da un ipotetico partner occasionale di quel tempo, e a ben vedere anche dal Mele, che ad un certo punto in quei giochi ci si ritrovo' coinvolto.

Dici bene che si dovrebbe seguire gli elementi oggettivi piuttosto che le testimonianze, il problema e' che questi elementi noi non li conosciamo. Ad esempio non sappiamo se le impronte del Mele ci fossero o meno sull'auto, ne, nel caso, se quelle impronte potessero essere spiegate in altro modo e pertanto il dato non e' mai stato riportato dalla stampa (magari il Mele sull'auto del Lo Bianco c'era stato gia', come era stato sull'auto del Barranca). Certo che se invece le impronte non c'erano la cosa sarebbe strana, abbastanza penso per affermare che il Mele quantomeno non abbia spostato i cadaveri.

Pur non dando i particolari, si dice sempre che non fu spostato solo il corpo della Locci ma anche quello del Lo Bianco, cosa che a vedere le foto pero' non sembrerebbe. Se e' vero, lo sportello posteriore destro potrebbe essere stato aperto proprio per sistemare il corpo dell'uomo, e magari proprio come dici tu e' stato in quel momento che l'assassino si e' accorto del bambino. Ma a quel punto vorrebbe dire che l'assassino si e' nascosto interrompendo quello che stava facendo, e la freccia accesa diventa piu' difficile da spiegare. Infatti se avesse inavvertitamente acceso la freccia mentre sistemava il corpo della donna avrebbe sicuramente riabbassato la leva prima di passare dall'altra parte per aprire lo sportello destro. Poi oggi Flanz ha pubblicato un intervista dell'85 di Natalino Mele, e ne riporto qui un pezzo:

Natale: "Mi svegliai per i colpi di pistola. Chiamai la mamma e quello che io chiamavo zio che non mi risposero. Scesi dalla macchina e corsi in avanti, in direzione della casa dei De Felice. E a quel punto sentii venire dalle frasche e dalle canne una voce amica; mi tranquillizzava, non mi faceva paura."

Se fosse cosi' vorrebbe dire che l'assassino avrebbe aspettato davvero che il bambino uscisse, e quindi avrebbe avuto tutto il tempo di manipolare ulteriormente la scena, cioe' non sarebbe fuggito subito dopo essersi reso conto della presenza di Natalino.

Ciao

p.s. Stai pur tranquillo che non mi annoio affatto ;-)

Unknown ha detto...

Un blog ricco di informazioni che seguo costantemente complimenti.
Un primo quesito: é di recente pubblicazione un libro di Gabriella Pasquali Carlizzi in ben 8 volumi dal titolo "Il Mostro a Firenze".
Varrebbe la pena di acquistarlo ?
Un secondo quesito: Ho chiesto a varie biblioteche l'introvabile "La leggenda del Vampa" di Giuseppe Alessandri ma non ho avuto risposta. Possibile che nessuna Casa Editrice si interessi ad una sua eventuale ristampa ?

mike ha detto...

Per prima cosa mi scuso per il ritardo con cui il post e' stato pubblicato, ma la giornata di rientro e' stata davvero infernale :-)
Grazie davvero poi per l'apprezzamento, che pero' non sono del tutto sicuro di meritare, ma che ammetto mi fa sempre un grandissimo piacere.

Per quanto riguarda l'opera della signora Carlizzi non sono in grado di dare consigli non avendola letta. Da quel che so' gli 8 volumi ripercorrono in modo enciclopedico la vicenda, ma non saprei dire quale sia l'ottica di lettura che viene data a quei fatti. Dal mio punto di vista sarebbe interessante qualora vi si trovassero documenti uffciali, perizie e varbali dell'epoca, ovverosia il materiale che considedro in assoluto il piu' importante e purtroppo anche il piu' difficile da reperire. Tutto quello invece che riguarda tesi non confutabili sull'identita' del mostro, o il racconto del dietro le quinte delle vicende successive non rientra nei miei interessi specifici, ma ovviamente potrebbe venire considerato interessante da altri, quantomeno, mantenendo il giusto distacco critico, per comprendere le tante vicende parallele che hanno segnato questa storia.

Il volume dell'Alessandri e' certamente ricco di quei particolari di cui parlavo prima, e che sicuramente aiutano a ricostruire in modo oggettivo gli accadimenti, pero' ho paura che per procurarselo l'unica strada sia il prestito interbibiotecario.

Un saluto

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Anonimo ha detto...

Perdonami se ti rompo ancora le scatole. Ad onor dell'esattezza la discoteca è dalla parte opposta della strada, sulla mappa c'è una scritta in trasparenza del tipo "Roo" capovolta... lì c'è un quadratino bianco che dovrebbe essere il tettino dell'accesso al locale.
Ma solo per una questione di esattezza millimetrica... forse troppo...

Ciao e grazie!

Anonimo ha detto...

Perdonami se ti rompo ancora le scatole. Ad onor dell'esattezza la discoteca è dalla parte opposta della strada, sulla mappa c'è una scritta in trasparenza del tipo "Roo" capovolta... lì c'è un quadratino bianco che dovrebbe essere il tettino dell'accesso al locale.
Ma solo per una questione di esattezza millimetrica... forse troppo...

Ciao e grazie!

baba ha detto...

ciao Master,devo ripetermi e dire che hai oppure stai facendo un lavoro strepitoso;volevo farti 2 domande a proposito dei luoghi dei delitti(li ho visti tutti ma un paio dopo aver guardato la tua mappa li ho sbagliati 68-74).1)un abitante del posto,sto parlando omicidio 68,mi aveva indicato come luogo dell'omicidio il viottolo che sta prima della curva a destra che riporta la strada in via Vingone cioè venendo dal cimitero si arriva al bivio dove a dritto c'è Lecore a destra via Vingone,prima della curva ci sono degli alberi e un ponte e quindi il sentiero che proseguendo arriva al tuo segnaposto;devi tenere presente che la strada che corre parallela al sentiero dell'omicidio all'epoca non c'era,erano tutti campi(così mi ha detto un uomo che abita a 100 metri da lì).Sei sicuro al 100% che il segnaposto è nella posizione giusta?Almeno così ci ritorno e controllo meglio.2)Omicidio 81 a Calenzano hai messo il segnaposto dopo gli alberi e non dove c'è la lapide perchè?

mike ha detto...

Ciao baba

Allora, considera innanzitutto che da quando ho piazzato i segnaposti la risoluzione di gmaps e' aumentata notevolmente, e quindi ora devo ricollocarli considerando uno scarto di un metro mentre prima era 10 metri. E questo vale per Calenzano che adesso vado a riposizionare. Su Signa come dicevo a ilbravo l'indicazione mi e' venuta da una persona che si e' occupoata di questa storia per 25 anni, pero' lo stesso ilbravo avrebbe un testimone che parla sempre della stessa stradina ma piu' verso Castelletti. Quindi la strada e' quella. Per raggiungerlo mi hanno detto che venendo da via Vingone devi appunto prendere la nuova strada di cui parlavi, fino ad arrivare all'altezza del pilone della corrente che si vede anche su gmaps. La stradina finisce su via di Vingone proprio davanti all'abitazione del De Felice, casa che incontri poco prima di girare a sinistra sulla strada asfaltata di cui sopra.
Il luogo del 74 dovrebbe facile da trovare venendo da via Rabatta. Facendo la conversione in coordinate, se hai un navigatore, dovrebbe essere 43 56 19,11 24 59.
Nel caso fammi sapere.

Ciao

mike ha detto...

Ciao baba

Ripensandoci pero'non capisco perche' non sei riuscito a trovare il luogo venendo da Castelletti. Guardando da satellite sembra abbastanza vicino e semplice da raggiungere

Ciao

Unknown ha detto...

Ciao Master,
volevo chiederti che cosa ne pensi della teoria "cospirazionista" secondo la quale i veri bossoli del delitto del '68 sarebbero stati sostituiti da un "infiltrato" con altri sparati dalla pistola del cosiddetto "Mostro" per indirizzare le indagini sulla banda dei sardi, allontanando in questo modo i sospetti dal vero colpevole.
Ti ringrazio per la tua risposta e per la cortesia. Complimenti vivissimi per lo spendido sito.

Anonimo ha detto...

Complimenti x il blog, davvero molto interessante! Potresti mettere per curiosità le foto dei luoghi dei delitti come sono al giorno d'oggi? Grazie.

Anonimo ha detto...

Ciao. Complimenti x il blog. E' possibile vedere video con i luoghi del delitto del '74 e dell'84? Grazie :-)

mike ha detto...

Ciao dfcal2004

Premetto che non ho un ipotesi precostituita, e che quindi questa varia in funzione di quello che nel tempo riesco a verificare. Fino ad oggi pero' l'ipotesi del depistaggio mi rende perplesso. Il dato dell'identita' dell'arma dal 68 all'85 e' stato portato nei dibattimenti, per la qual cosa ritengo siano stati fatti approfonditi accertamenti, non solo sui bossoli ritrovati nel faldone, ma anche sualla perizia descrittiva del Generale Zuntini. Consideriamo che il delitto del 68 non lo si riusci' a collegare in nessun modo a Pacciani, tanto che da questo venne assolto, e se l'accusa avesse potuto provare che i bossoli erano stati sparati da un altra pistola ne avrebbe tratto un sicuro beneficio, ma non ci riuscirono. Inoltre Zuntini fu il perito anche del delitto 1974, e venne consultato nel Giugno 81 proprio per dare la sua consulenza in merito all'identita' dell'arma nei due episodi. Sono certo che se Zuntini era vivo nel 1982 sarebbe stato cosultato come lo fu nell'81, e avrebbe certamente trovato qualcosa che non andava, riferendomi alla sostituzione dei bossoli. Purtroppo questa presenza di Zuntini nell'82 non l'ho potuta ancora verificare, ma anche senza di lui credo che gli altri periti avrebbero avuto modo di accorgersi della sostituzione, a meno di non immaginare che il depistatore avesse falsificato anche tutti i documenti peritali annessi, foto comprese.
Detto questo rimane sempre possibile immaginare un intento depistatorio di chi invio' la soffiata, qualora il mostro avesse la certezza di non essere mai stato neppure sfiorato da quelle vecchie indagini. In questo caso puntando il dito contro i sardi avrebbe comunque ottenuto un depistaggio.

Ciao

mike ha detto...

Ciao Anonimi :-D

I link ai video fatti da altri blogger e da trasmissioni varie li trovate nella sezione Tempi e Luoghi. Sono infondo alla sintesi di ciascun delitto.
Per le foto, oltre alle poche presenti nella stessa sezione, potete consultare il blog di Flanz, insufficienza di prove, che se gia non conoscete, ma ne dubito, trovate tra i link...

Ciao

Anonimo ha detto...

che dire...l'uomo è più portato a credere all'impossibile che all'improbabile!
Le calibro 22 con la H sul fondello del bossolo sono veramente comuni...
il fatto che siano state usate quelle blindate (rame od ottone) la leggo solo come una casualità...ma un'altra è la cosa che mi sgomenta e che nessuno dico nessuno ha mai preso in considerazione: volendo uccidere per vendetta (e ce n'è di gente disposta) niente di meglio che una calibro 22 e un accanimento sul corpo di lei...e chi ti viene a cercare anche se sei l'ex fidanzato tradito!!! cercheranno il mostro!!!
DEGUSSA

mike ha detto...

Ciao DEGUSSA ( chemicals? :-) )

Perdonami ma non ho capito esattamente a cosa ti riferisci. Comunque per quanto riguarda le pallottole ramate, che in realta' non sono blindate, prospettarne un uso differenziale rispetto al tipo di bersaglio e' ovviamente una congettura e nulla piu', anche perche' un esperto d'armi non farebbe una gran differenza tra queste e quelle a piombo nudo. C'e' pero' da dire che non e' scritto da nessuna parte che il mostro fosse esperto d'armi, anzi, a sentire gli inquirenti si tratterebbe di un soggetto con competenza dilettantesca delle armi da fuoco (cosa che secondo me non e' completamente vera). In questo caso potrebbe essersi superficialmente informato e aver dedotto che quel tipo di proiettili, gia' in suo possesso, potessero essere impiegati in quel modo. Ricordo che lo stesso ragionamento fu seguito da un giornalista, che ipotizzava proprio un uso delle ramate al fine di infrangere i finestrini delle auto (un ipotesi per altro fatta su un errore che indicava l'0uso misto di ramate e a piombo nudo la dove non era stato fatto.

Vorrei anche capire meglio questa tua ipotesi sull'ex fidanzato che dissimula i delitti caricandoli di elementi maniacali, se ho capito bene s'intende...

Ciao

Anonimo ha detto...

Scusa se non mi sono espresso bene riguardo la blindatura...hai ragione!
cmq io mi rifaccio alla mia nutrita scorta di cartucce calibro 22 visto che ho delle carabine di quel calibro per il tiro a segno.
Riguardo a questo ti posso dire che essendo usate proprio al tiro a segno delle cascine sono molto comuni ed ho ricordanza che con un normale abbonamento d'iscrizione se ne poteva avere in abbondanza specialmente in quel periodo, e anche se con il beneficio del dubbio penso che fossero proprio serie H e sicuramente winchester.
Riguardo alla tesi del fidanzato o del marito è semplice: mi sono calato nelle vesti di un uomo tradito desideroso di vendetta, cosa di meglio che emulare il mostro?
a presto
Degussa

Anonimo ha detto...

Ciao! Ci sono video che motrano il luogo preciso del duplice omicidio del '74? Grazie!

mike ha detto...

Ciao DEGUSSA

Che quel tipo di munizione fosse tra i piu' diffusi fino al 1981 e' indubitabile, dall'81 poi la winchester cambio' il punzone da H a W e quindi quantomeno possiamo dire che l'assassino se li sia procurati prima dell'81. Il fatto e' che a quanto detto la punzonatura permetterebbe di fare valutazioni sul periodo di costruzione del bossolo (non dalla cartuccia in se) quindi di fare anche valutazioni piu' puntuali sulla compatibilita' o meno di una pallottola winchester 22 H con quelle usate dal mostro


Ciao

mike ha detto...

Ciao

Per il momento non so' di video realizzati a Sagginale, ma tra i link ho appositamente inserito (risorse Video) i canali di youtube di Flanz e Dariocrime che stanno pian piano filmando ognuno dei luoghi. Probabilmente non dovrai aspettare molto ;-)

Ciao

baba ha detto...

Ciao Master,volevo consigliarti la visione del film Maniac del 1980.L'ho visto oggi su indicazione di Filastò e devo ammettere che la prima mezzora è impressionante e in alcuni momenti somiglia alla vicenda del Mdf in modo inequivocabile.Fammi sapere un tuo commento e anche di chiunque lo abbia visto.

mike ha detto...

Ciao baba

Ho visto il film di Lustig diverso tempo fa, e nonostante sia ascrivibile alla serie dei B movies ha un guizzo che lo rende particolarmente interessante nonche' angoisciante. Che possa aver suggestionato il mostro di Firenze non lo posso dire, anche perche' usci' nelle sale fiorentine nell'ottobre dell'81, pero' l'atmosfera che crea mi ha parechio colpito.Per quello che so io Filasto' sarebbe debitore per questa ipotesi su Maniac con una persona che si occupa di questa vicenda da decenni, e che e' convinta ci siano degli elementi davvero suggestivi all'interno di quel film che riconducono a certi comportamenti successivi del mostro. Spero che li illustri presto sul forum io nel frattempo mi rivedro' il film.

Ciao

p.s. Se sei in contatto con l'avvocato Filasto' porgigli i miei sentiti saluti, non lo conosco personalmente ma nutro per lui molta simpatia.

Anonimo ha detto...

ciao Master,a mio parere la sequenza dove Maniac uccide a fucilate la coppietta somiglia in modo inquietante al delitto di Baccaiano c'è pure il foro sul parabrezza identico,avviene in una strada trafficata come a Montespertoli, mi sembrano ci siano diversi indizi e somiglianze. La prima scena del film è un delitto che avviene alle prime luci dell'alba infatti Henry62 asserisce che il delitto degli scopeti è stato commesso quando albeggiava.Io penso che Filastò abbia ragione e forse studiando il film si potrebbe avere un'idea della psicologia del Mdf(sono solo ipotesi è chiaro però....)
p.s. non sono in contatto con Filastò,scusami mi sono spiegato male

baba ha detto...

scusa Master,mi sono sbagliato sono io l'anonimo dell'ultimo messaggio

Anonimo ha detto...

MI CHIEDO QUESTI MUCCIARINI DOVE HANNO FATTO IL MILITARE?

Anonimo ha detto...

Ciao, volevo sapere come è stato è stato individuato il luogo della tavola calda di Bardazzi... perchè io ho trovato varie infomazioni ampiamente discordanti:

1. "il teste Bardazzi Baldo […] ha precisato che il bar dove era avvenuto l'episodio descritto si trovava in località Torre di Borgo S.Lorenzo, a circa due o tre chilometri di distanza da Vicchio"
DAL BLOG INSUFFICIENZA DI PROVE

Non conosco l'esistenza di una località "Torre" a Borgo San Lorenzo... casomai c'è una loc. "La Torre", ma è ad un paio di Km da Borgo direzione San Piero a Sieve (opposta a Vicchio), per cui ad almeno 10 km da Vicchio.


"Bardazzi, gestore di un bar situato in una località a mezza strada tra Vicchio e Borgo S.Lorenzo..."
DAL BLOG INSUFFICIENZA DI PROVE
"Tavola Calda in Loc. Mattagnano (fra Vicchio e Borgo San Lorenzo)"
DA QUESTO BLOG, 'MAPPA DEI DELITTI'

Queste due indicazioni potrebbero corrispondere, anche se quello segnato sulla mappa non è proprio "mezza strada", ma molto vicino a Borgo.


"Il gestore di una tavola calda di San Piero a Sieve, Bardo Bardazzi"
DA QUESTO BLOG

San Piero a Sieve è a 15 km da Vicchio, per cui è strano che siano entrati in questo locale alle 16:45 (almeno 5 minuti ci saranno stati!) se alle 17:00 dovevano essere a Vicchio perchè Pia entrava a lavorare... Stefanacci aveva una pandina, non un Maserati...


"Poi vanno in un bar di Vicchio. Il giorno dopo il gestore del bar, il signor Bardazzi..."
DA ARCHIVIO CORRIERE DELLA SERA

Ultima opzione, ma un po' vaga...

mike ha detto...

Ciao jj

La tavola calda del Bardazzi si trovava in localita' Torre. Il riferimento precedente sulla mappa era sbagliato, ora dovrebbe essere giusto. Sugli orari nota che non si puo' avere indicazioni precise poiche' i testi possono ricordare i tempi con scarti dell'ordine delle decine di minuti, e mettendo insieme gli errori di ciascuno puoi notare un incompatibilita' di orari anche la dove in realta' non c'e'. Solo in rari casi accade che un orario sia ricordato con precisione e sempre perche' c'e' un motivo (tipo..."ho guardato l'orologio perche' a quell'ora non aspettavo visite visto che era notte fonda":Sig. De Felice 22\8\68 )

Ciao

baba ha detto...

Ciao master
volevo avere notizie sull'episodio avvenuto a Tavarnelle nel 1984.So che sei molto informato su tutto ciò che riguarda il MdF mentre io sono all'oscuro di tale episodio.Inoltre ho letto su un forum di alcune ipotesi formulate da un certo De Gothia ma non sono riuscito a sapere niente mi puoi aiutare?Ti ringrazio in anticipo e ti saluto

Anonimo ha detto...

I coniugi non si chiamavano Nencini, ma Nenci.

Anonimo ha detto...

I coniugi che riferiscono delle auto a Giogoli si chiamavano Nenci, non Nencini.

Imogene ha detto...

Ciao Master,

complimenti per il blog.

Questa sera mi sono dedicata alla sezione "Tempi e luoghi" e sono rimasta colpita dal fatto che questi posti non sono isolati tanto quanto credevo che fossero sulla base delle varie descrizioni che ho letto nel corso degli anni. In vari casi ci sono delle abitazioni non proprio distantissime. Dato che i delitti sono quasi sempre avvenuti nella stagione in cui è più facile tenere le finestre aperte, possibile che il rumore di spari e vetri infranti non abbia attirato più di quel tanto l'attenzione?

Un'altra cosa che ho notato è che questi luoghi non sempre risultano nascosti alla vista, anche ad una certa distanza. Certo, l'assassino colpiva di notte e quando c'era il novilunio, ma avrà ben avuto una pila, no? Inoltre immagino che una pistola che spara emetta dei bagliori: anche in questo caso mi chiedo come mai nessuno abbia mai notato niente.

Tu cosa ne pensi?

Un'ultima cosa: se davvero la Toscana del tempo pullulava di guardoni, quanti possibili (probabili) testimoni oculari ci saranno stati? Secondo me non pochi.

Imogene

P.S. l'altra sera ho passato ore sulla ricostruzione dell'omicidio di Baccaiano. Ci sono degli elementi davvero inspiegabili.

Anonimo ha detto...

qualcuno che cerco' la pistola, qualcuno che spio' mentre la cercavano ,, tra questi il mostro. non ho dubbi,

mike ha detto...

Ciao Imogene

Leggendo la cronaca dell'epoca in realta' di testimoni "auditivi" se ne trovano spesso. E' il caso del '74 che forse puo illuminarci, perche' allora due ragazzi appartatisi in zona pur avendo sentito alcuni colpi si guardarono bene dal presentarsi ai carabinieri, e furono individuati solo venti giorni dopo poiche' avevano parlato della cosa con alcuni conoscenti che, forse un po' indignati dalla mancanza di senso civico dei due, riferirono alle autorita'. Insomma, e' facile che il numero di testimoni sia ben piu' alto ma che per motivi immaginabili (vedi coppie di amanti ad esempio)non si siano mai presentati. LO stesso per i guardoni, che oltre a doversi rivelare pubblicamente come tali, avrebbero potuto pure finire indagati, preoccupazione scontata dopo la storia di Spalletti. Probabilmente alcuni di questi si sarebbero anche fatti avanti a distanza di tanti anni se il clima che aleggia intorno alla vicenda non fosse ancora oggi cosi' teso.

p.s. Per Baccaiano ti rimando al pamphlet di DE Gothia qualora non lo avessi gia' fatto. E comunque si...Baccaiano e' dal punto di vista ricostruttivo un rompicapo da manuale.

Anonimo ha detto...

Penso e ripenso....e sono sempre più certo..man mano che il tempo passa che l omicidio del 68 non sia non solo collegato agli altri omicidi del mostro...cioè nel 68 la mano dell omicida è un altra..ma questo è chiaro.
Io credo che la pistola utilizzata nel 68 non sia la stessa...
Infatti mi spiego...se l'assassino fosse stato un poliziotto avrebbe benissimo potuto confondere le indagini e indirizzarle verso la pista sarda mandando la lettera anonima al maresciallo fiore...facendo riferimento all omicidio del 68 e all utilizzo di una calibro 22 mettendo nel fascicolo pallottole appartenenti alla calibro 22 ma in realtà solo inserite li per far si che le indagini si rivolgessero altrove collegando gli omicidi a quello del 68 che come già sapevamo era da collocarsi in ambiente sardo.....quindi...il mostro uccide dal 74....con la calibro 22 poi manda una lettera a fiore anonima per depistare le indagini..e far si che si creda che l omicidio del 68 sia collegato agli altri sulla basa dei bossoli ritrovati nel fascicolo dell omicidio del 68...questo farebbe pensare che anche nel 68 sia stata usata la calibro 22..e che gli omicidi successivi siano da riferirsi al clan sardo...ma così non è stato...cosa ne pensate????

Stefano ha detto...

Ho letto i commenti in questa pagina e vedo che si parla di "Maniac" di William Lustig.

Ma siete sicuri che Filastò si riferisca al film del 1980? Ci sono due film di Lustig con due titoli che si confondono perché sono simili. Uno è "Maniac" e basta, quello del 1980 appunto, l'altro è "Maniac Cop" del 1988.

Nel secondo film il maniaco è un poliziotto. Ora, dato che la tesi di Filastò è quella di un mostro in divisa, di un tutore dell'ordine insomma, non è che il film a cui l'avvocato si riferisce è appunto quello del 1988?

Io tutte 'ste somiglianze tra la vicenda del Mostro di Firenze e "Maniac" del 1980 non le vedo...

Ad ogni modo, chi sarebbe la persona che avrebbe consigliato a Filastò di vedere "Maniac" per scorgerne delle affinità con la vicenda fiorentina?

Comunque, per la cronaca, il film "Maniac" era già stato tirato in ballo nella vicenda del Mostro di Firenze in quel libraccio intitolato "La leggenda del Vampa" di Giuseppe Alessandri, in cui si afferma che Pacciani, secondo Alessandri sicuramente il colpevole dei delitti seriali, avrebbe trovato ispirazione per gli omicidi del 1983 proprio da quel film, che a quei tempi era proiettato al Cinema Nazionale di Firenze.

Stefano

mike ha detto...

Ciao Stefano

L'avvocato si riferisce al film dell'80, che nella sua visone avrebbe ispirato il mostro nell'evoluzione verso le mutilazioni, o almeno ne avrebbe stimolato il ritorno sulla scena a distanza di 7 anni. A quanto ne so il film usci' pero' nella sale italiane dopo il primo delitto dell'81, quindi non ci sarebbe davvero la possibilita' di ipotizzare una relazione di causa effetto. E' anche vero che i trailer venivano gia' trasmessi mesi prima, e che non posso escludere che ci sia stata una anteprima magari in qualche cinema di paese come mi pare accadesse all'epoca, o che in alternativa il mostro avesse avuto occasione di vedere quel film fuori dall'Italia.
Tenderei pero' a ritenere poco probabile un legame diretto tra azioni del mostro e suggestioni mediatiche, mentre ritengo altamente probabile che film e pubblicazioni a sfondo sadico sessuale, particolarmente in voga tra gli anni 70 e 80, abbiano pesantemente influito in modo generico sull'immaginario di costui.

Ciao

mike ha detto...

continua

Per quanto riguarda l'ispirazione su Maniac credo che Filasto' abbia attinto soprattutto da un giovane (all'epoca :-)) e brillante mostrologo fiorentino, di cui puoi trovare alcuni interventi sul forum indicato nel link sotto lo pseudonimo di De Gothia, che insieme all'avvocato Santoni Franchetti hanno contribuito ad alcune delle teorie piu' originali su certi episodi legati alla vicenda. Che il film abbia poi degli elementi di contatto con il caso del mostro direi che sia vero, come nel caso dell'aggressione della coppia sorpresa in auto e uccisa a fucilate, o la pratica, certamente assai diversa ma vagamente analoga, di mutilare le vittime. Poi sono ovviamente ipotesi suggestive che pero' considerando la mente malata con cui abbiamo a che fare non possono neppure venire liquidate come fantasiose

Ciao

Antonio Segnini ha detto...

Ciao Master
sto scrivendo qualcosa sulla vicenda, avrei bisogno di sapere dove hai reperito le informazioni riguardo la testimonianza di Giovanni Nenci sull'avvistamento di una Fiat 128 rossa a Giogoli. Tu parli del giorno del delitto (il 9 settembre) mentre Giuttari nei suoi due libri parla del giorno prima, e tu in più specifichi l'orario, 7:30, che invece Giuttari non specifica. Sai dirmi qualcosa in più?
Ciao grazie

Antonio

mike ha detto...

Ciao Antonio

La datazione l'ho ricavata dalla requisitoria dell'ultimo processo, quello del 2007, ma e' possibile che nella foga retoricai ci si faccia sfuggire qualche imprecisione, per cui la tua fonte e' probabilmente piu' precisa.

Ciao

Antonio Segnini ha detto...

Grazie Master
quella requisitoria è reperibile in rete?
Ciao

Antonio Segnini ha detto...

Ciao Master
ho appena letto le tue ipotesi sul delitto di Signa. Personalmente credo che il bambino sia stato accompagnato a casa del De Felice, ma tenuto da qualche parte prima di farlo suonare, ad esempio a casa del Vargiu, per dare il tempo a chi aveva partecipato al delitto di tornare a casa e mettersi a posto. Dico questo perchè quando suonò, il De Felice guardò l'orologio e vide che erano le 2.00 esatte, secondo il rapporto dei Carabinieri di Firenze del 21 settembre. E' altamente improbabile che tra tutti gli orari nei quali il bambino poteva arrivare sia capitato proprio il più rotondo. E' invece plausibile che questo orario fosse frutto di un accordo con qualcuno che aveva con sè il bambino, rispettato fin troppo alla lettera. Gli era stato detto di far suonare il bambino alle due e quello lo fece.

mike ha detto...

Ciao Antonio

Il ragionamento non e' sbagliato, ma se cosi' fosse devi spiegare perche' di tutto questo Natalino non abbia mai detto nulla ne nel 1984 ne nel 1994. Devi anche spiegare chi avrebbe accompagnato il bambino per fare un favore al vero assassino e devi spiegare perche' dovendo rimanere in prossimita' del luogo del delitto per cosi' tanto tempo non abbia spento la freccia dell'auto.
Posso immaginare che l'ipotesi sia riferibile a quella che vuole FV a sparare e Stefano Mele a collaborare in modo coatto. Solo che non funziona perche' la pistola l'avrebbe tenuta FV...che non era il mostro :-)

Ciao

Antonio Segnini ha detto...

Ciao Master

credo che da Natalino grande non ci fosse da aspettarsi nulla, un trauma come quello che aveva subito, inconcepibile per noi che non c'eravamo, avesse ormai confuso dentro di lui realtà e bugie che gli era stato detto di riferire, oppure semplicemente non aveva intenzione di aprire il cassetto nel quale giacevano ricordi così terribili.
L'idea che mi sono fatto è che sul luogo ci fossero più individui, non tutti consapevoli di tutti. La pistola non andò ad uno dei sardi, è evidente, anni d'indagini a vuoto su quella pista lo dimostrano.

Antonio Segnini ha detto...

Ciao Master

ho aperto un piccolo blog di riflessioni sulla vicenda, prova a dare un'occhiata, se ti piace puoi segnalarlo

http://riflessionimdf.blogspot.com/

Antonio

Anonimo ha detto...

Bisogna cercare tra le persone che cercarono la pistola tra loro potrebbe esserci colui che divenne il mostro quanti poveri dementi sono stati ingiustamente incolpati ,

Anonimo ha detto...

Non sono del posto sono di Napoli ma da sempre ho seguito questa sconvolgente storia,ho letto i libri di Filasto' e Spezi,seguito trasmissioni tv e in rete piu' o meno fatte bene,secondo me fino ad ora hai fatto un ottimo lavoro,anche grazie al tuo blog posso definirmi anch'io un "mostrologo".Spesso vengo in vacanza in Toscana,una regione che amo,qualche volta,con il dovuto rispetto,vorrei visitare uno dei luoghi degli eccidi

Anonimo ha detto...

Ho una teoria tutta mia su questo caso ,credo che il mostro abbia smesso di uccidere appena andato in pensione,sembra una battuta ,una volta in pensione e' venuto a mancare il potere che aveva di sviare indagini, girare senza dare sospetti e tanto altro ancora , questo signore nel sessantotto trovo' la pistola la tenne nascosta per molto tempo e per ricostruire una situazione a lui cara per qualche motivo inizio ad uccidere nel 74 questa naturalmente e' una mia teoria sicuramente errata , ma ho voluto dire cio che pensavo.

Anonimo ha detto...

Da Napoli voglio aggiungere quello che penso sul delitto del 68,secondo me è molto probabile che sia sempre del mostro come dice Filasto', ha iniziato uccidendo la coppia e spostando il corpo della donna dall'uomo, ha rimesso gli slip a lei poi accortosi del bimbo sul divano posteriore è scappato non accorgendosi di aver inavvertitamente attivato la leva dell'indicatore di direzione lasciandolo acceso e quindi rischiando di far scoprire il delitto piu' presto,ecco la sua inesperienza e mancanza di freddezza che ha acquisito poi. In seguito abbiamo assistito alla progressione della sua ptologia ed all'infierire sempre piu' in modo cruento sui corpi.Il vero mistero in questa storia sono i lunghi stop tra i primi delitti poi la patologia l'ha relativamente "dominato" ed ha accorciato i tempi.Altra stranezza,l'omicidio di Calenzano è avvenuto a cosi' breve tempo da Scandicci per liberare Spalletti perchè forse l'aveva visto e quindi temeva che parlasse?Mistero.

Anonimo ha detto...

Da Napoli voglio aggiungere quello che penso sul delitto del 68,secondo me è molto probabile che sia sempre del mostro come dice Filasto', ha iniziato uccidendo la coppia e spostando il corpo della donna dall'uomo, ha rimesso gli slip a lei poi accortosi del bimbo sul divano posteriore è scappato non accorgendosi di aver inavvertitamente attivato la leva dell'indicatore di direzione lasciandolo acceso e quindi rischiando di far scoprire il delitto piu' presto,ecco la sua inesperienza e mancanza di freddezza che ha acquisito poi. In seguito abbiamo assistito alla progressione della sua ptologia ed all'infierire sempre piu' in modo cruento sui corpi.Il vero mistero in questa storia sono i lunghi stop tra i primi delitti poi la patologia l'ha relativamente "dominato" ed ha accorciato i tempi.Altra stranezza,l'omicidio di Calenzano è avvenuto a cosi' breve tempo da Scandicci per liberare Spalletti perchè forse l'aveva visto e quindi temeva che parlasse?Mistero.

Anonimo ha detto...

sono sempre il "mostrologo" di Napoli;Volevo parlare dell'ipotesi fumetto nel delitto di Baccaiano dell'82.Una casa editrice di Milano,a seguito dei primi delitti del mostro,pubblico' una collana tra il giallo ed il porno intitolata "il maniaco del bisturi"credo o qualcosa di simile e in un numero dei primissimi mesi dell'82 veniva descritto il mostro che aggrediva una coppia appartata in auto e compiva le escissioni sulla ragazza ancora in vita,secondo qualcuno questo avrebbe potuto inspirare il vero mostro per gli omicidi di Baccaiano e cioè il mostro feri'la coppia,in modo piu' grave l'uomo,e siccome il luogo era troppo esposto per poter compiere la sua opera tento' di spostare lui l'auto per portarsi in un luogo piu' appartato ma dal divano posteriore la Antonella terrorizzata scalciava contro il sedile guida sul quale c'era l'assassino,mentre il ragazzo era accanto a lei,per questo come dice Filasto' nel suo libro "storia delle merende infami" è stato trovato un bossolo all'interno dell'auto perchè il mostro per la strenua difesa della ragazza fu costretto a sparargli in fronte uccidendola all'istante ma facendo questo perse il controllo della guida e fini' nella cunetta.Questo libro l'ho trovato in rete ed è interessante da consultare.

Anonimo ha detto...

Sul libro di Spezi ho letto che il giornalista vide le tracce di trascinamento della ragazza nell'erba. Smentendo quindi l'ipotesi di sollevamento. Ci sono altre fonti?

Anonimo ha detto...

Sul libro si Spezi ho letto che il giornalista vide le tracce di trascinamento della ragazza nell'erba. Smentendo l'ipotesi del sollevamento.
Ci sono altre fonti?

Unknown ha detto...

Ciao Master
Giorni fa mi trovavo in vacanza in provincia di Pisa e andando a Firenze son riuscito a passare per la prima volta su due luoghi dei delitti; Baccaiano in via Virginio Nuova e Mosciano di Scandicci.
Quello che mi ha colpito sul luogo del delitto del Giugno 81 è la distanza che l'assassino ha dovuto compiere con il corpo della povera ragazza ( trascinato o sollovato che fosse ) fino al posto in qui ha effettuato l'escissione del pube.Mi son reso conto che dall'auto che era al di là del cipresso fino alla stradina sterrata e poi giu' nel campo sottostante ha dovuto compiere un notevole sforzo fisico,questo avvalora,secondo me,la notevole prestanza fisica dell'assassino
un saluto

Unknown ha detto...

ciao Master
Giorni fa mi trovavo in vacanza e stavo andando a Firenze,quindi non essendo del posto,ne ho approfittato per visitare il luogo dell'omicidio del 6 Giugno'81,con un po di fortuna son riuscito a trovarlo (mi ostino ancora a non avere il navigatore a bordo)a vederlo da vicino gli spazi son parsi maggiori anzichè in video o foto e questo mi ha confermato che,secondo me, l'assassino abbia avuto una certa prestanza fisica per spostare il corpo della ragazza fin giu' la stradina sterrata,inoltre son rimasto colpito di come il luogo e i dintorni son rimasti del tutto identici o quasi a 31 anni fa.
saluti

Anonimo ha detto...

Ciao,

se come molti sospettano il MOF aveva bisogno di un "giorno libero" dopo i suoi attacchi e per questo normalmente colpiva verso il fine settimana, il delitto del 22 ottobre 1981 (giovedì) potrebbe fornire utili indicazioni rispetto a quanto tempo prima il MOF pianificasse le sue azioni criminali.

Si dice infatti che per il delitto del Le Bartoline abbia colpito il giovedì perchè tanto il giorno dopo era Sciopero generale (quindi un festivo).

Ma uno scipero generale non è una data fissa sul calendario (come i fine settimana o le fasi di luna).

Uno scipoero generale viene indetto dai sindacati (e all'epoca non c'erano nemmeno tutte le leggi sugli scioperi di adesso) alla bisogna.

Se si potesse risalire ai giornali dell'epoca, si potrebbe scoprire il giorno in cui sia stato indetto e ufficializzato, e da lì calcolare quanti giorni di tempo il MOF abbia avuto a disposizione per organizzare e mettere in atto il suo crimine.

Pur ovviamente non facendo testo su tutta la casisica degli assalti, potrebbe trattarsi di una utile indicazione volta a cercare di meglio inquadrare il suo modus di agire.

Spero che i miei 2cent possano essere utili al dibattito e alla ricerca della Verità

bambooboy

Unknown ha detto...

Ciao Master
Volevo fare delle considerazioni sempre sul delitto di Baccaiano in merito al fatto che,come ho saputo da poco,il procuratore Pier Luigi Vigna,che purtroppo ci ha lasciati poco fa,la sera del delitto si trovava a cena a casa di suoi amici su a Montespertoli che dista pochissimo da via Virginio Nuova,forse un paio di km,e quindi ho fatto queste considerazioni :
generalmente un magistrato della levatura di Vigna ha con se sempre una scorta formata da uomini della Polizia o Carabinieri,ma credo piu' della Polizia,quindi mi è saltato in mente il teste del processo Pacciani o ai compagni di merenda,adesso non ricordo bene,tirato in ballo dall'Avv. Filastò,questo sign.Calonaci,credo si chiamasse cosi',quella sera mentre usciva da casa sua nel paese di Cerbaia per andare alla festa grande,cosi' è citato nel libro di filastò Storia delle Meremde Infami,nota un'auto della Polizia condotta da un solo uomo,forse neanche in divisa,che avanza in modo come se stesse in perlustrazione,dice questo signore,e quando si sente osservato assume un aspetto seccato,infastidito e si allontana proprio in direzione Baccaiano una mezz'ora prima del delitto.Allora io faccio queste considerazione; se effettivamente Vigna ha con se la scorta potrebbe darsi che uno di questi uomini si sia allontanato per qualche motivo,potrebbe aver notato la coppia Mainardi/Migliorini che era nella piazza di Montespertoli e potrebbe averla notata prorpio perchè questi ragazzi erano talmente legati fra loro che gli amici li chiamavano Vinavil poi visto che la stessa saliva in auto per allontanarsi l'ha seguita e colto dal suo raptus che lo affligge da anni non ha saputo resistere a commettere l'aggressione pur rischiando tantissimo visto il luogo solitario ma non del tutto isolato,visto che c'era un via vai di auto appunto per la festa di Cerbaia.
Potrebbe darsi anche che l'abbia premeditato apposta per sfidare il magistrato e la procura lanciando un esplicito messaggio : lo faccio sotto i vostri occhi,vicini perfino al poligono di tiro dove voi vi allenate o ci alleniamo.
Queste sono le considerazioni che mi son venute in mente dopo aver saputo della presenza in zona di Pier Luigi Vigna la sera del 19/06/1982,saranno fantasie ma mi è saltata in mente la storia del teste di Cerbaia citato da Nino Filastò.Tengo a precisare che non sono schierato con nessuna tesi,la mia razionalità me lo impedisce però sta di fatto che in questo delitto ci sono troppe coincidenze che,bada,potrebbero anche starci però.......

Unknown ha detto...

salve,sono un appassionato di questo caso,vorrei sapere se ad oggi,c'è ancora qualche protagonista in vita ad esempio il guardone enzo spalletti,su cui la procura non indago'+di tanto.grazie e complimenti per il blog,molto preciso.

Anonimo ha detto...

Ciao.
Ma a Rabatta, alla fine la portiera della 127 passeggero era aperta mentre i due facevano l'amore? E' la prima volta che sento ciò...e mi sembra strano che, nel silenzio e con la porta aperta, i due non si fossero accorti di qualcuno che si avvicinava all'auto! Che ne pensi?

Unknown ha detto...

Ciao Master
Da tempo volevo scriverti le mie ultime ipotesi sul caso, come puoi immaginare chi ha la "malattia del mostro" non smette mai di formulare nuove riflessioni e ipotesi sul caso ed io da tempo sto pensando che il mostro sia nativo del Mugello e che molto probabilmente quando Pacciani commise il delitto della Tassinaia nel 51, lui ancora adolescente e residente in zona rimase colpito dall'accaduto, all'epoca questo delitto sconvolse la gente del posto e non solo ma anche buona parte della Toscana, ho letto che gli ultimi cantastorie che giravano ancora per la zona narravano l'accaduto di paese in paese.
Quindi ho immaginato che questo adolescente, magari con un carattere o un'educazione ricevuta un po' particolare, per un trauma subito in tenera età o anche per una malformazione fisica anche di lieve entità ma che gli comportava dei complessi psicologici verso le donne che avevano rapporti di coppia; è evidente che ce l'aveva con la coppia nella quale la donna destava la sua massima attenzione, impediva sempre il rapporto sessuale, come fosse geloso di questo, come se a lui fosse precluso questo atto, una volta divenuto adulto ha voluto emulare quel delitto aggiungento le sue insane fantasie. Magari in età maggiore è entrato a far parte delle forze dell'ordine o comunque di un tipo di lavoro vicino al mondo giudiziario/investigativo, ciò spiegherebbe anche l'aver voluto incastrare il Pacciani con le svariate segnalazioni anonime giunte agli investigatori nelle quali veniva indicato appunto il Pacciani come responsabile dei delitti e descritta la sua vita con particolari che solo persone di quel mondo potevano conoscere in modo cosi preciso inoltre questa particolare appartenenza potrebe anche spiegare perchè non è mai incappato nelle trappole tesegli dagli investigatori, le finte coppiette ad esempio, ma anche altro.
E' ovvio questa è una delle tante ipotesi e null'altro.

Anonimo ha detto...

ciao,
il trafiletto pubblicato circa i quadri sfregiati, è molto povero di particolari (e nemmeno troppo precisi).
ti consiglio di aggiornarlo con le informazioni disponibili pubblicate su Confidential Crime Casebook:
https://confidentialcrimecasebook.wordpress.com/2013/01/23/il-mistero-dei-tre-quadri-sfregiati/

Hazet

ale ha detto...

Interessante la dichiarazione del tecnico americano a scopeti, 8 sett compatibile con le rilevazioni di Introna circa l' orario dell' omicidio, la macchina che ha spento i fari e poi è andata in retromarcia è simile a quella del Pacciani. Le dichiarazioni della famiglia Caini altresì collimano con quanto dice il lotti di aver preso una strada secondaria procedendo coi fari bassi